Ma che ne sai se non hai fatto il pianobar!!!

mercoledì 23 agosto 2006

Vado un po a caso e metto anche la musica a caso e iTunes subito capisce cosa voglio ascoltare. Sono appena arrivato a Roseto per fare la mia consueta serata di pianobar. Sono le nove meno un quarto ma comincerò alle 10 circa. Passo questi momenti seduto a bordo piscina a scrivere un po. L'atmosfera è proprio carina. Il mare si fa sentire abbastanza e tira un vento fioco. Tutto sommato si sta bene. C'è qualche ospite che se ne sta seduto in santa pace, mentre un bimbo si fa correndo tutto il bordo piscina saltellando come un ossesso. Se va in acqua giuro che scoppio a ridere. Poco prima di arrivare mi sono fermato per la strada perchè colto da un momento d'ispirazione e ho scritto giusto un paio di versi. I migliori da quando ho ricominciato a scrivere, non c'è dubbio, anche se con tale affermazione non posso certo dire di aver scritto chissà quale grande capolavoro. Oggi ho passato tutta la giornata in ufficio. Avevamo un sacco di cose da fare per portarci avanti con il lavoro di settembre. Dalle 10 alle 18 con una capatina al centro commerciale a ora di pranzo per prendere l'inchiostro per le stampanti e fare un pranzo veloce. Una galoppata diversa dalle solite. Oggi c'era mia sorella in ufficio e tutto mi è sembrato più bello. Mi ha fatto piacere vederla in azione insieme a me e a mio padre. Un quadretto perfetto che non vedo l'ora diventi la normalità. Non tanto per l'attività, ma per il gusto di vedere tre quarti della mia famiglia insieme. Vicini. Mia sorella è diversa da me, io nonostante tutto resto introverso, mentre lei è più sfacciata e decisa. E fa da perfetto collante tra me e mio padre. Chissà cosa mi succede in questi giorni, che mi emoziono per nulla. L'altro giorno per esempio sono stato nella nostra casa di campagna, i miei stavano la da qualche settimana in completo rilassamento. Con mio padre che come un bambino piccolo giocava con la ruspa (?!?) spostando pietre e spianando strade e mia madre a cucinare, pulire e lavare la casa. Quella casa è un continuo costruire e sistemare. Beh, insomma salgo su a casa con mia sorella per mangiare tutti insieme, dopo pranzo prendo il quod (moto a quattro ruote) e vado a fare un giro per le terre e i boschi li intorno. Proprio dietro casa mia ci sono i resti di un antico borgo italico con tanto di chiesa, ma sono solo pietre a terra, niente di eretto. Un bel giro con un bel sole e come torno immancabilmente mia sorella vuole fare lo stesso ;) ma non ho la mia stessa dimestichezza col mezzo e fa solo qualche giro in tondo. Mia mamma scende e mio padre seduto su un muretto scatta qualche foto a mia sorella. Beh, quel momento mi ha colpito. Mi ha colpito la bellezza di mia sorella e il suo sorriso. Ma quello che ha catturato la mia attenzione è stato più che alto mio padre. Se ne stava li a scattare foto vestito con una camicia agghiacciante presa a non so quale Planet Hollywood in giro per il mondo. Forse in spagna, non lo so. Con i jeans impolverati e un paio di scarpe di cuoio lucido marrone che usava per lavorare e adesso ci monta e smonta la casa, ci lavora la terra e ci va in ruspa!!! Per metà panzonebuontempone con tanto di camicione colorato, per metà cow-boy. Poi ultimamente si è pure rasato i capelli a zero! Ogni tanto mi sembra di vedere Johnn Locke! Eh eh eh. Sto facendo un indigestione di Lost in questi giorni.
Credo sia arrivato il momento di cominciare la serata. Mi tocca cantare. ; )))

E abbiamo fame di quella fame...

Pier Piero Tondelli sosteneva che l'unica scrittura possibile era la cosiddetta scrittura emotiva. L'esempio di un tipo di espressione che non può permettersi il pudore della propria emozione. Deve anzi consentire all'urgenza che la provoca di superare per importanza la qualità tecnica della frase, del lessico scelto, della punteggiatura relativa.
Kerouac stesso è stato un esempio evidente di quella ricerca di purezza emotiva proprio nella scrittura. Credo che non sia stato un caso che il suo stile venisse accusato da più parti di ridursi a essere un semplice battere a macchina. Un'accusa così forte è la testimonianza di una forte emozione provata anche quando negativa. Quindi la testimonianza che l'intenzione di Kerouac era comunque realizzata, e la sua scrittura era riuscita. Tomas De Quincey sosteneva che la letteratura emotiva è una letteratura di potenza e poi divideva la letteratura stessa in due grandi gruppi: letteratura di conoscenza e letteratura di potenza. Concludendo poi che, mentre la prima sparisce e invecchia senza lasciare tracce, la seconda esiste finche dura la lingua. Louis-Ferdinand Céline diceva "il mio metro emotivo prende su tutto. I miei libri prendono su tutto". Aggiungendo poi che il suo obiettivo era restituire tutta l'emozione del linguaggio parlato attraverso il linguaggio scritto.
Tornando a Tondelli, per finire finalmente con le citazioni, chiudeva un suo breve testo sulla scrittura con queste parole: "il testo emotivo fotte l'inconsolabile solitudine di essere al mondo".
Una conclusine forse eccessivamente romantica e che addirittura può sembrare paradossale, visto che leggere e scrivere sono attività notoriamente solitarie, ma nella realtà una conclusione che ci riporta al punto di partenza, cioè alla necessità di una forte circolazione delle emozioni, come autori e come lettori. Come esseri umani.
La mia personale esperienza mi ha fatto maturare una tesi, ovviamente altrettanto personale: la canzone ha l'ambizione di perseguire lo stesso modello di purezza emotiva.

In questa grande noia io ti vorrei...

venerdì 18 agosto 2006

14 agosto - Ho le palle a terra! Mamma mia. Una giornata grigia e non solo per il mal tempo e per la grandine. Un giro veloce in un centro commerciale e poi al centro di Pescara per andare a vedere le bancarelle dei soliti andini, cinesi, pakistani e chi più ne ha più ne metta. Mi chiedo perchè si ostinano a mettere su quei cd con le canzoni suonate col flauto di Pan. Chi è il folle che li compra? Perchè esiste "Io vagabondo" col flauto di pan? Perchè esiste "Tanta voglia di lei" col flauto di Pan? E perchè esiste "4 amici al bar" di Gino Paoli col flauto di Pan? Maledetto Pan e il suo flauto del cazzo. Qualcuno potrebbe dire che sarebbe il caso di chiamare un paio di amici e passare questi giorni prima di ferragosto insieme. Certo, ci avevo pensato anche io. Peccato che "Gli amici" sono tutti nel Salento e qui chiudo l'argomento. Sotto la palma quindi solo qualche povero Cristo che comunque non si fa sentire nemmeno sotto tortura. Potrei chiamare io? Potrebbero anche chiamare loro! E allora a casa a vedere Lost, che comunque volevo rivedere, insieme Elena (perfortuna almeno lei c'è) e a mangiare le Insalatissime Rio Mare (con la vaschetta e l'isi pill!!!) perchè ho rimesso su giusto un paio di chili. Che ferragosto del cavolo. Che estate del cavolo?! Non esageriamo, comunque basta, non voglio più vedere e sentire nessuno. Uff! Faccio per cavoli miei che mi diverto di più. Una vera manna dal cielo sono le serate che fortunatamente sto facendo. Due volte a settimana sono presso un residence/albergo a Roseto, vicino Pescara, e faccio il mio tranquillo pianobar. Le ultime serate sono proprio delle bellissime serate. Non lo dico per vantarmi, anzi. In questo continuo successo sul bordo piscina c'è una componente prettamente malinconica. Forse tutto quello che ho da dare invece di darlo a chi mi conosce e che non c'è, lo do a chi non mi conosce e viene da queste parti in vacanza. Ecco che conosco e mi ritrovo a parlare con padri di famiglia, ragazzini, belle donne e signori anziani e stravaganti e di trovare quello che Masini ha definito in una sua ennesima canzone, sconosciuta ai più, "Il gusto di esistere". Lo scambio di esperienze e pensieri in questo caso con chi è lontano da me. Vorrei non sprecare questi giorni d'estate, ma il solo momento che mi sembra ben speso lo trovo proprio alla fine di queste serate fantastiche, a chiacchierare tra una bibita e un sorriso. Che poi altro che Masini. Ultimamente sono vittima di una "Baglionite" acuta. Mi sono preso un libricino che parla della sua vita artistica analizzando le sue canzoni cronologicamente fino a oggi. E per colpa di questo libricino non faccio altro che alscoltare le sue primissime canzoni, quelle più semplici, quelle timide ma gridate, un po isteriche ma sincere. Riscoprendone per l'ennesima volta la bellezza. E sempre di più si fa largo nella mia mente l'idea di prendere finalmente lezioni di chitarra. Per acquisire quella scioltezza nelle mani che con la chitarra proprio non ho. A settembre si ricomincia. Una promozione sul lavoro, una casa da arredare e poi di nuovo in palestra a sudare e come dessert, le lezioni di chitarra. Ho proprio voglia di viverlo questo nuovo anno...



17 agosto (Prima mattina) - Ferragosto è passato e come tutte le ricorrenze di questo genere e la smania di come e dove passarlo è andata via. Questa mattina mi sono svegliato troppo presto per uno che è in ferie. Le otto del mattino in effetti sono l'alba per chi si è svegliato come minimo alle undici negli utlimi giorni. Nonostante la colazione a base di cereali l'occhio mi cade ancora, e sto pensando a qualcosa da fare per poter impiegare meglio la mattinata. A volte mi ritrovo con tante, troppe opportunità di svago e/o di impegno che non sapendo da dove cominciare è come se non avessi niente da fare. Sto guardando Magnum P.I. su rete quattro, un telefilm che mi ha sempre appassionato fin da piccolo, ma che non sono mai riuscito a vederne una puntata fino in fondo. Mi ricordo di quando mi svegliavo la mattina e invece di andare a scuola rimanevo a casa con mia mamma che faceva le pulizie e cucinava e io sul divano che sonnecchiavo tra una batteria di pentole, Magnum e un materasso della eminflex. Giorni passati a dividere il cielo dal mare... proprio come oggi. Infondo non è cambiano nulla.


17 agosto (Primo pomeriggio) - Sono ancora a casa visto che questo tempo non lascia filtrare nemmeno un raggio di sole. Eppure la voglia di andare al mare, farmi il bagno, prendere il sole e giocare col freesbee ce l'ho eccome. Anzi vorrei tornare a leggere sotto la palma un bel fumetto di quelli come dico io. Invece nulla, va beh. Allora questa mia reticenza al fumetto che non mi fa leggere nulla in queste ultime settimane, la sfogo con i libri. E dopo Baglioni, ho letto "La via Emilia e la dura legge della musica" di Gianluca Morozzi, autore che ho conosciuto con "L'era del porco" un libro divertentissimo che mi ha consigliato l'amico Massimo. Il libro parla della musica in Emilia, una specie di trattato molto poco serio sul fiorire di tanta musica in questa ormai mitica regione. Mecca tutta italiana di gran parte della musica del nostro bel paese. Come se fosse una grande liverpool bealtesiana, un calderone sempre sul fuoco pronto a sfornare artisti insuperabili così come biechi mercanti di musica. Carino, con delle punte di vera comicità surreale. L'altro giorno mentre lo finivo leggevo la storia del Batterista trasparente e del Tetro ragioniere e ridevo come uno scemo. Finito il libro che faccio? Ne ho subito pronto un altro altrettanto interessante per me. Vivere a orecchio - Luciano Ligabue si racontata da Riccardo Bertoncelli. Un libro intervista che racconta la storia di questo Rocker di Correggio e di come è arrivato al successo. Senza indorare al pillola o toni epici, ma con gli alti e bassi di una carriere vissuta sempre di faccia. Una vita da mediano in tutto e per tutto.

Volevo dare una comunicazione di servizio. Ho ripreso a scrivere. Non su questo blog, ma sui miei taccuini. Anzi ne ho preso uno nuovo, diverso da quelli precedenti proprio per sottolineare il taglio col passato. Un bel Moleskine nero a righe. E nel giro di poche ore ho gia scritto diverse cosette. L'importante comunque era tornare in pista, e credo sia merito di Elena se tutto questo è accaduto. Molto più di quanto lei possa immaginare. Adesso si monterà la testa a 3000!! C'è una storia che devo ancora raccontargli e appena farò ordine nella mia mente gliela racconterò. (Non cominciare a chiedere e a rompere altrimenti non ti racconto nulla!!!!) Una storia che non conosce nessuno, se non i diretti interessati e parla di un misterioso taccuino dalle pagine blu.