Halleujah

martedì 25 dicembre 2007

Libera traduzione da un classico di Leonard Cohen che potete ascoltare in una splendida versione di Jeff Bukcley nel suo unico album Grace, oppure in un intima reinterpretazione di Elisa nell'album, Lotus. Buon ascolto e buon natale.
Ora, ho saputo dell'esistenza di una melodia segreta
che Davide suonava e compiaceva il Signore
ma tu non ti interessi veramente di musica, non è vero?
Funziona così: la quarta, la quinta
la minore, aumentata, la maggiore diminuita.
Il re turbato compose un Hallelujah

La tua fede era forte ma avevi bisogno di una prova
avevi visto lei mentre faceva il bagno sulla terrazza
la sua bellezza e la luce della luna ti avevano sconvolto
e lei ti ha legato ad una sedia della cucina
ha infranto il tuo trono ed ha tagliato i tuoi capelli
e dalle tue labbra ha tirato fuori l'Hallelujah

Tu dici che ho preso il nome invano
io neanche lo conosco il mio nome
ma se anche lo conoscessi, cosa cambierebbe per te?
C'è una vampata di luce
in ogni parola
non importa quale hai ascoltato
l'inno sacro o quello spezzato Hallelujah


Ho fatto del mio meglio, non era molto
non potevo sentire, così ho tentato di toccare con mano
ho detto la verità, non volevo ingannarti
e se nonostante questo
tutto andasse male
arriverò davanti al Signore della Musica
con nient'altro nella mia voce che questo Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah...

lunedì 24 dicembre 2007

I'll be home for christmas...

Non so se avete mai ascoltato la voce di Diana Krall. Io lo sto facendo adesso tramite un disco di canzoni natalizie. Siccome sono a cavallo tra la vigiliadellavigilia e la vigilia, mi son detto se era il caso di mettere su questo disco e creare un po di sana atmosfera natalizia. Quest'anno non l'ho avvertito molto il natale e un po mi dispiace, in fondo sono un tipo a cui piacciono le ricorrenze. Credo mi diano un senso di sicurezza perchè a meno di guerre nucleari e scenari apocalittici, il natale verrà tutti i 25 dicembre, così come il carnevale o ferragosto. Anzi no, il carnevale non ho mai capito quando capita! Non ricordo sinceramente cosa ho fatto di preciso l'anno scorso a natale, ma nell'andarmi a rileggere i post di quel periodo mi viene la tremarella. E un'emozione stronza quella che provo adesso, un misto tra rimpianto, rancore, voglia di un abbraccio e delusione. Ecco lo sapevo!? Volevo dire altre cose e sono tornato a parlare delle solite. Adesso come faccio a prendere sonno con questa tremarella? Mi faccio l'ennesima camomilla? Maledetto me che non mi faccio i cazzi miei!!! Beh, mi metto a letto, sperando di passare emotivamente indenne questi giorni di festa, giusto per avere la forza di affrontare il cenone di fine anno che si prospetta.

Fango

domenica 23 dicembre 2007

Io lo so che non sono solo 
anche quando sono solo 

Sotto un cielo di stelle e di satelliti 
tra i colpevoli le vittime e i superstiti 
un cane abbaia alla luna 
un uomo guarda la sua mano 
sembra quella di suo padre 
quando da bambino 
lo prendeva come niente e lo sollevava su 
era bello il panorama visto dall'alto 
si gettava sulle cose prima del pensiero 
la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero 
ora la città è un film straniero senza sottotitoli 
le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli 
il ghiaccio sulle cose 
la tele dice che le strade son pericolose 
ma l'unico pericolo che sento veramente 
è quello di non riuscire più a sentire niente 
il profumo dei fiori l'odore della città 
il suono dei motorini il sapore della pizza 
le lacrime di una mamma le idee di uno studente 
gli incroci possibili in una piazza 
di stare con le antenne alzate verso il cielo 
io lo so che non sono solo 

Io lo so che non sono solo 
anche quando sono solo 
io lo so che non sono solo 
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango 

La città un film straniero senza sottotitoli 
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi 
come stai quanto costa che ore sono 
che succede che si dice chi ci crede 
e allora ci si vede 
ci si sente soli dalla parte del bersaglio 
e diventi un appestato quando fai uno sbaglio 
un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te 
ma ti guardi intorno e invece non c'è niente 
un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che 
hanno ancora il coraggio di innamorarsi 
e una musica che pompa sangue nelle vene 
e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi 
smettere di lamentarsi 
che l'unico pericolo che senti veramente 
è quello di non riuscire più a sentire niente 
di non riuscire più a sentire niente 
il battito di un cuore dentro al petto 
la passione che fa crescere un progetto 
l'appetito la sete l'evoluzione in atto 
l'energia che si scatena in un contatto 

Io lo so che non sono solo 
anche quando sono solo 
io lo so che non sono solo 
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango

Niente paura, ci pensa la vita, mi han detto così...

sabato 22 dicembre 2007

Ma sarà poi vero? Come si fa a eliminare certi pensieri, certe sensazioni, certe emozioni.
Stamattina sono uscito di casa in tarda mattinata, dovevo andare a pagare delle bollette e purtroppo delle odiatissime multe. Della spesa preventivata poi alla fine pago meno, rimandando alcune spese all'anno nuovo. E coi soldi rimasti in tasca? Mi faccio un giro in un centro commerciale e penso di fare qualche regalo, contrariamente a quanto mi ero detto qualche giorno fa, e cioè di non farne nessuno per quest'anno. Beh, giro e rigiro ma non trovo niente che mi colpisce e alla fine torno a casa. Mangio un bel piattone di pasta al sugo di scampi, alicette marinate e tonno fresco. Ho scoperto che il pesce è un ottimo antidepressivo, che da un forte scossone ad ansia e affini. Partitina veloce con Super Mario e poi via in ufficio per una serie di appuntamenti, ma senza cravatta. Beh, alla fine faccio tre contratti di seguito. Una bella botta all'autostima che mi porta, nonostante le tante chiacchiere fatte e la stanchezza, a riprovare una passata di acquisti con il prode Coco come consigliere d'onore. E proprio all'ultimo, scatta la molla. Che ne fa scattare un'altra e poi un'altra ancora. Cazzarola stavolta ho trovato una bella cosa da regalare come qualche tempo fa, quando nei regali ci mettevo un po di ingenua fantasia e quel pizzico di ritualità che tanto mi piace. Lo farò perchè mi piacerà farlo, perchè voglio provare a vedere cosa succede. Perchè voglio sfidare la consuetudine e sfatarla. Perchè credo che si possa cambiare e dimenticare le carte giocate, come se non fosse successo nulla e contemporaneamente tenendo bene a mente le esperienze vissute. Credo in questa forza.
Torno a casa con le idee abbastanza chiare con una manciata di dvd da vedere. Finalmente mi decido a prende Kill Bill vol. 1 e 2, per mia sorella un Disney d'annata, Peter Pan e per mia mamma Maria Antoniette, visto che sono giorni che mi rompe per un film in costume.
Parte quest'ultimo mentre io vado a spasso per la casa con pupetto in braccio. Cavolo, dopo mangiato fa certi rutti... ; ) Quando sembra calmarsi e stare buono un po, scendo sotto in sala dove la proiezione è passata a Peter Pan.
Mi siedo in poltrona e mi accorgo di stare vedendo un film a cartoni veramente vecchio. Ma i suoi disegni non so perchè sono confortanti. Mi giro e vedo mi sorella con la bocca aperta mezza sonnecchiante e mia mamma allungata sul divano con il plaid fino a sotto il naso. Mi chiedo chi tra di noi sia il più bambino perchè davvero non saprei dirlo.
Mi sento strano, non saprei dire come,ma continuo a ripensare a quest'immagine.
C'ha ragione Liga?

A Mì...

mercoledì 19 dicembre 2007


S
ì che ti ho riconosciuto qui dagli occhi
che già non vedevano così lontano
quando un palloncino ti scappo' di mano
e volò e volasti pure tu sì sei tu
gli stessi identici occhi miei ma in grande
o forse solo con un po' di più d'incanto
son cresciuti intanto e pieni di domande
e son rimasti miopi fino a qui
siamo sì vivi anche se un po' cambiati
siamo morti e poi più volte noi rinati
come fingevamo
se stavamo giù sotto la coperta
come fiamma saltavamo su
nella scoperta del sorriso sul viso di mamma
A Mì lì ho lasciato te
così per un altro me
ma sì sono stato troppo via
con questa troppa nostalgia
di me quand'ero te
A Mì tu sì che eri un re
io no mai più come te
noi che trovavamo tutto in niente
e adesso c'è
niente in tutto e nessun re

Vedi questo telo alzato tra noi due è la vita
che tu hai sempre visto come un bel ricamo
io di qua da uomo so la trama ordita
odio e amo tra i suoi no e i suoi sì
siamo qui forse appena un po' più stanchi
fieri perché no di quei (due) capelli bianchi
a implorare tempo come un tempo in cui
c'era la paura
della mano di papà prima della puntura
e di una porta aperta piano piano
A Mì com'è andata poi
sai se abbiamo vinto noi
perché io so solo che con te
di nuovo so sorridere
e un giorno imparerò
anche a vivere
A Mì ci risiamo già
lo so che è finita qua
io ero lì per riprenderti
e dovrò riperderti
chissà se ci rivediamo a Mì
forse un tempo forse lì
quando ci riandiamo a Mì.

Io non le ho mai detto amore tu mi manchi, io l'ho solamente urlato aiò aiò...

martedì 18 dicembre 2007

L'amore è totalitario, assoluto, non esistono, per lo meno per me, forme ibride d'amore. O si ama, o non si ama. O si gioisce oppure no. O si fa del male, male cane, oppure no. Non so perchè è così. L'amore porta a fare le più grandi sciocchezze e a vivere momenti al limite estremo di se. Questo è successo. Ero al limite estremo. Vittima di un cielo assurdamente inchiodato alla terra. A tutto questo ho deciso di dire no. Nell'unico modo che l'amore in quei momenti ti sa consigliare. Violentemente, dallo stomaco, con rabbia. Ma è stato meglio così, perchè l'alternativa sarebbe stata di gran lunga peggiore. Ero ferito e sul punto di esplodere e ho pensato bene di farlo nel chiuso di camera mia. E' stato molto poco elegante lo ammetto, ma l'amore se ne frega dell'eleganza. E' stato per difesa dall'ingiustizia di ritrovarmi, dopo averle provate tutte, solo e sconsolato. E' stato un errore necessario.
Parlandone con un amico, mi ha descritto la mia situazione usando la metafora calcistica. Ero in finale mondiale, vincevo 10 a zero, perchè avevo tutte le ragioni di questa terra nel pensare quello che ancora adesso penso, ma a dieci minuti dalla fine è come se mi fossi fatto undici autogol. Senza senso, così. Adesso per assurdo ho perso il mondiale e nessuno andrà mai a vedere le partite giocate. Si ricorderanno solo del risultato, dell'errore finale. Ma le partite ci sono, le giocate anche. Insomma l'errore finale, per quanto sbagliato non può e non dovrebbe cancellare i contenuti di un gesto quasi disperato.
Anche se il mondo intero funziona così adesso, beh io preferisco pensarla diversamente. Meglio sbagliare che vincere un mondiale dove non ci sono spettatori e telecamere a darmi la soddisfazione della vittoria. Perchè per assurdo adesso in ogni caso gli elementi per giudicare ci sono tutti e non soltanto la solita campana.

Errori

Come spiccioli di mancia qui sul tavolo di un bar
come pillole d'angoscia prima di cambiar città
questi vecchi creditori che mi inseguono, oramai
da trenta calendari, li conosco.

Sono i miei errori, che non rifarei
li ho pagati cari, come oggetti rari
e ora sono i miei, ora sono i miei.

E finché non ci sbatti i denti sul cemento di un addio
finché non si fanno i conti, usi l'arte del rinvio
ma in un mondo che misura con il metro la virtù
preferisco la paura, preferisco

Chi fa più errori, come ha fatto Iddio
che ci ha fatto uguali, ma di quattro colori
tu dimmi qual è il mio.
Chi non ammette errori, dopo non si sa
che non faccia guerre, che non faccia orrori
che il mondo pagherà...

Ho avuto sogni, falsi miti, soldi spesi in un falò
ma i miei errori preferiti sono quelli che farò.
I miei errori, se permetti, son profondi cazzi miei
e tu ragazza con i tuoi confetti forse resterai

Resterai qui
a sognare errori per l'eternità,
a picchiare i muri, per venirne fuori
da questa realtà.

Adesso sono pari e tutto quel che ho
sono i miei errori, quelli fatti ieri
e quelli che farò, quelli che farò.

L'emozione è un fiume che non fa rumore...

lunedì 10 dicembre 2007


Mi godo un po di silenzio. Aahhh...
Sono seduto in camera mia a scrivere di questo piccolo grande momento. Sono stato a lezione di chitarra poco fa e mi sono ricreato imparando e infilando tre pezzi blues dai titoli ormai dimenticati, tanto contano solo i temi e i riff, il resto è un cognac che senti dondolare dentro lo stomaco. Ho le orecchie calde per via della tisana al tiglio che mi sono fatto e sono tranquillo e sereno.
Tra un po magari riprendo a suonare la chitarra, ma per adesso voglio solo rimirarla. Non sento l'ansia di tutti i giorni, non sento quei pensieri che invecchiano la mia mente, sento solo un concerto per chitarra e silenzio. E' veramente un momento speciale questo che vorrei riuscire a mantenere a lungo.

E tu che sogni di fuggire via, di andare lontano lontano...

lunedì 3 dicembre 2007


L'altro giorno in un momento di rabbia ho pensato di voler partire. Ho preso il primo calendario che ho trovato per controllare i giorni e vedere quando e quanto stare fuori. Il massimo sarebbe partire il 19 dicembre e tornare il 2 gennaio. Due settimane piene, due settimane per sfuggire a tre scomodi eventi. Il mio compleanno, natale e l'ultimo dell'anno. Con un solo viaggio potrei driblare queste tre giornate senza pensieri. Vivendoli fuori dal solito schema, riappropriandomi di certi sentimenti e di certe sensazioni e riscoprirli per cercare nuova linfa. Ma si, al diavolo tutto, spegnere il cellulare e non sentire nessuno, con l'obbligo di dare gli auguri solo a me stesso e nessun altro. Niente famiglia, niente amici, nessuno. Quanto potrei spendere? Mille? Mille e cinque?  ...Duemila?! Dovrei chiedere nell'agenzia sotto casa per rendermi conto e farmi un idea. Poi cambio idea. Nonostante abbia davvero il bisogno di partire, capisco che la cosa sarebbe abbastanza triste. Un ignorante come me dove potrebbe andare? Non conosco nessuna lingua e rischierei di sentirmi isolato da tutto e tutti, senza nemmeno la possibilità di parlare con qualcuno. Cambio di nuovo idea. Potrei regalarmi una vacanza relax!! Farmi massaggiare, mangiare bene e andare in piscina. Faccio un giro rapido su internet e mi accorgo che sarei un trentenne solitario dentro a un complesso pieno di vecchi coi reumatismi. Mmm, no non va bene. Una crociera? Non avrei problemi di lingua... ma poi alla fine qualsiasi soluzione non mi convince fino in fondo.
In ogni caso domattina un salto all'agenzia qui sotto casa lo faccio lo stesso. Chissà che non venga fuori qualcosa che mi convinca.