O è natale tutti i giorni o non è natale mai...

domenica 10 gennaio 2016


- Vedo che non hai ancora tolto gli addobbi natalizi dalla tua cabina!
- No Capitano, sa com'è? Sono maledettamente pigro per certe cose.
- Ah si, si... ne so qualcosa.
- Anzi, sa che le dico? Inizio adesso. Prendo lo scatolone e inizio dalle cose piccole e poi piano piano vado avanti con quelle più grandi.
Tolgo certi pensieri che ogni tanto tornano, i giorni e queste settimane appena trascorse. Tolgo e metto via la bella giornata che ho passato nel mio trentottesimo compleanno. Tolgo questo natale che magari non è stato proprio il massimo, ma va bene così. Tolgo le difficoltà che ho incontrato studiando teatro. I litigi e le sfuriate che mi sono capitate in questo periodo. Metto in scatola le belle serate con vecchi e nuovi amici, i bei film visti e le belle storie lette.
Metto via la stanchezza per far spazio alla voglia di movimento. Butto vecchi pantaloni e vecchi cappotti. Spengo le luci del mio vecchio modo di vedere le cose e metto via gli occhiali che indosso.
- Un periodo molto intenso. Eh, quante rose avrai, quanti baci sulla bella strada. Quanti giorni, come anni. E poi non contano solo i giorni, credimi, non contano solo i giorni.
- La bella strada...
- Si, si... vedo che hai fatto anche un piccolo presepe. Sono pochi su questa barca che lo fanno ancora sai?
- Come bene sa Capitano, in Italia è una tradizione molto sentita. Io mi sono limitato a mettere giusto qualche statuina di poco valore.
- Di poco valore dici?
E' un rituale molto antico quello del presepe che ha origine egizie se non ricordo male. Sai cos'è il presepe e dove nasce?
- Veramente ora che ci penso no.
- In Italia ovviamente. Si, si... venne fatto per la prima volta durante la notte di Natale del 1223 da Francesco D'Assisi che era stato per due anni in Egitto appunto, facendo amicizia col sultano, durante le crociate e chissà quali altri grandi cose ha imparato in quegli anni.
- Francesco D'Assisi? Il santo?
- Proprio lui si, si... Il presepe in realtà è uno schema di iniziazione, fare il presepe equivale a fare un vero e proprio rituale iniziatico molto antico.
Per farti capire meglio prendiamo ad esempio il bue, la cui immagine per gli egizi veniva usata per raffigurare la dea Hator, protettrice degli iniziati. L'asinello invece è l'immagine di un altro dio egiziano, Seth, colui che intralcia gli iniziati. In questo rito che è appunto il presepe, la dea Hator e il dio Seth sono entrambi indispensabili perchè uno fa gli ostacoli e l'altro li fa superare.
- Ma cos'è un'iniziazione?
- L'iniziazione sei tu! Perchè iniziazione vuol dire tornare all'inizio. E' un pensiero che avevano gli antichi quando cominciavano a sentirsi un po' vecchi, cioè verso i ventitre, ventiquattro anni, e capivano che stavano diventando adulti e che era un fregatura, e sentivano il bisogno di recuperare il passato,  tornare all'inizio delle cose. Recuperare la forza, l'intelligenza, la vitalità, il futuro insito nell'infanzia.
E' un rito presente in molte culture, ma in Egitto è dove si è sviluppato meglio.
- Mmm vi ascolto Capitano.
- Se potessimo chiedere a un egiziano di tremila anni fa, che cosa vuol dire mettere un bue e un asinello dietro a un bambino, ti risponderebbe che conosce questa usanza, che sa di cosa si tratta. Che sono Hator e Seth.
Come ora puoi capire, hanno una matrice molto diversa da quella che siamo soliti vedere. E nemmeno la grotta o la capanna che sia, sono un elemento a caso. Perchè il bambino non nasce in un contesto civile, in una casa con dei mobili e dei confort, ma nel nulla, libero da condizionamenti precedenti. Un inizio profondo. Lo stesso bambino rappresenta colui che fa il presepe, in questo caso specifico sei tu quel bambino e quando la notte tra il ventiquattro e il venticinque dicembre, metti il bambino nella culla, in realtà stai portando a compimento il rito iniziatico dicendo "questo sono io che rinasco per l'anno nuovo.
- Si ma a questo punto mi chiedo, perchè serve l'asino, il dio Seth? Perchè servono degli ostacoli?
- Perchè è la storia. Senza ostacolo non c'è storia. Senza nemico non c'è valore. E' un po' come nei giochi dei bambini: c'è la fatica ma poi si arriva alla conquista; c'è la corsa e poi il traguardo. L'elemento di ostacolo che è presente sia nel gioco, sia in questo rito di iniziazione è il modo per far capire a quelli che hanno orecchi, che l'ostacolo nel mondo c'è ed è un gioco. Si gioca così, dev'essere così, le regole sono queste. Se prendi la vita come un gioco allora non ti ferma più nessuno. Se invece la prendi come un ostacolo depressivo e la fuggi, allora diventi tu l'ostacolo di qualcun altro.

0 Commenti: