
Ad essere sinceri da vecchio mi immagino sorridente, magari un po ricurvo, zoppicante, ma sicuramente arzillo e con gli occhi accesi. Mi vedo circondato da gente e da amici e mi vedo sempre pronto a borbottare e a dire come vanno fatte le cose. Vedo mio nipote che mi ride dietro pensando che sono un vecchio un po troppo strano perfino per i ragazzi del tempo che vivrò. Vedo mia sorella. Vedo la mia donna, come un'isola in mezzo al mare. Una certezza granitica tanto quanto la sua pace e la tua rassicurante dolcezza. Premurosa e attenta, profonda conoscitrice dei miei stati d'animo. Mi vedo bene insomma, contrariamente alle false profezie di un povero pazzo.
Un pomeriggio di tanti anni fa, spostando delle cose da un mobile, caddero delle carte da ramino. Lui ne prese una e guardandomi fisso negli occhi mi disse: "Tu morirai da solo. Si, da solo e in una stanza bianca. Non ci sarà nessuno vicino a te, nessuno a tenerti la mano".
Chissà quanto, quelle stupide parole prive di un qualsiasi fondamento logico, hanno influito sulla mia malinconia e su quella sensazione di solitudine che per fin troppo tempo mi sono portato dietro.
Oggi va così.
Domani andrà meglio.
Anzi domani...
Domani voglio fare l'amore, voglio andare a casa mia. Li sento delle energie nuove, tutte da percorrere e brividi da ascoltare. Pagine di un nuovo libro tutto da scrivere.
In questa stanza ci sono oggetti con ombre troppo lunghe.