I shall not walk alone...

giovedì 17 settembre 2015


C'è finalmente un po' di calma. Le acque sembrano aver trovato la loro pace e questa grande nave non può che scorrere serena e tranquilla.
La speranza sembra assumere una forma diversa, più amica. Così come stanno facendo la malinconia e certi ricordi, certi pensieri fugaci.
Ho scoperto che sono in grado di lasciarli andare e che non devono per forza travolgermi, ma che posso farmi attraversare da loro come un palloncino in cerca del suo cielo.
Chino il capo e sorrido tra me e me e mi lascio andare agli eventi. Se accade un imprevisto, mi abbandono alla mia reazione.
Respiro e mi godo l'attimo presente e metto impegno in ogni piccola o grande cosa che faccio.
Mettendomi alla prova, obbligandomi alla ricerca di un modo nuovo di abitare lo spazio, ho intuito una cuosa curiosa. Se sbilancio il mio corpo in una posa scomoda, ho l'istinto di cercare una posizione di sicurezza, che spesso coincide con l'idea di sedersi.
Ho pensato di ribaltare questa sensazione ed ora cammino in maniera diversa, non più "seduto" sui talloni, ma proteso in avanti come a cercare uno squilibrio nuovo e contrario. Una sensazione di caduta che mi obbliga a fare un nuovo passo, ed un'altro e poi un'altro ancora, se non voglio finire giù.
Sedersi e non rischiare? Mai più!
Piuttosto, è questa è la via da seguire, anche a costo di inciampare, ma una volta capito il ritmo e preso fiducia in me stesso e nell'universo tutto, non esiste paura che tenga, ma solo l'ansiosa voglia di macinare i metri e di godere di quel momento di volo che c'è tra un passo e l'altro.
Chissà se mi sono spiegato ma in ogni caso non importa.
Sono sereno e questa è l'unica cosa che conta.

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