You'll remember me when the west wind moves upon the fields of barley...

martedì 13 luglio 2010


Sto camminando spensierato per la città, ho con me la borsa piena delle mie cose, sono tranquillo e in pace. Sto pensando che tra poco passerò ancora una volta sotto quel grande albero con la palla incastrata tra i rami. E' un Super Tele giallo accesso, una palla da gioco così allegra e leggera che quado la calci lei per l'emozione, divertita, va un po a zig zag corteggiata dal vento.

Mentre procedo ripenso a come è finita fin lassù ed è un ricordo estremamente piacevole :) Tempo fa, mentre giocavo con Melania, tra un bacio e l'altro della nostra storia, è finita tra i rami per via di un rimbalzo falso e inaspettato.
Camminando sto ripensando a quante ne ha viste quella palla gialla da quel giorno. A quante stagioni ha visto passare senza voler scendere mai, superando venti e piogge, il cadere e il rifiorire delle foglie, senza spostarsi nenche di un solo millimetro.
Sono quasi sotto l'albero e so che lo oltrepasserò come faccio sempre e che in fin dei conti è diventato un luogo a me famigliare, quasi una certezza. Quell'albero è li, rimarrà li, con quel Super Tele giallo che gli dona quell'aspetto un po bizzarro e che lo rende ai miei occhi un'attrazione molto più di un ponte o di un museo.
Sto per oltrepassarlo quando vedo un mio vecchio amico, di quelli che non vedo più, cercare di prendere la palla. Lui la vuole, ma non riesce a farla sua, nonostante i diversi tentativi. Sto sorridendo perchè so che non l'avrà mai. :))
Quasi per uno scherzo del destino incontro Melania.
Ci salutiamo, lei sorride e io con lei. Ci diciamo qualcosa con le parole e qualcos'altro con gli occhi. Ci salutiamo nuovamente e poi ognuno per la sua strada.
Sto camminando spensierato per la città, ho con me la borsa piena delle mie cose, sono tranquillo e in pace quando a un certo punto la palla mi scende dolcemente tra le mani come un oggetto incantato. Tolgo un po di polvere, la stringo a me come una persona che non rivedo da tanto tempo e rido di gusto, e poi la provo facendola rimbalzare un paio di volte. Ed è li che senza pensarci inizio a correre per raggiungere Melania e darle la palla.
Stavolta non ci diciamo nulla con le parole, parlano solo gli occhi e sento il lavoro che la mia pancia sta facendo nel tradurmi le emozioni che mi arrivano. Ed è bello riuscire ad apprezzare finalmente il linguaggio che la pancia usa per dirci cosa ci accade.
E' con questa nuova consapevolezza che la saluto nuovamente. E lei va via per la sua strada, con la palla gialla.
Sto camminando spensierato per la città, ho con me la borsa piena delle mie cose, sono tranquillo e in pace.