E dicono che i giorni sono corti...

mercoledì 10 gennaio 2007

Certo che le giornate sono corte davvero, è mezzanotte e mezza e avrei, anzi vorrei fare ancora tante cose. Ho iniziato un nuovo libro di Chuck Palhaniuk, Invisible Monster e vorrei serenamente portarlo avanti. Ho anche una serie di opere a fumetti (e sottolineo opere) da leggere, da Sergio Toppi a Dino Battaglia, maestri di pennello e nera china. Vorrei leggermi tutte queste pagine che ho appena stampato da Wikkipedia che parlano di David Gilmour o Eric Clapton, Di Leo Fender e delle sue straordinarie chitarre, o del suo inconfondibile piano.
Il tempo da dedicare a noi stessi è sempre troppo poco ma fin quando un tipo come me riesce a capire che bisogna prenderselo, in modo deciso ma garbato, va tutto bene. Se invece si è un soggetto ansioso, o tendenzialmente ansioso cosa succede? Vedo questi tipi come degli sperperatori di fogli bianchi. Mi spiego. Questo mio momento è come un foglio bianco dove posso disegnare quello che voglio. Posso appoggiare la matita e andare a caso, oppure decidere di fare solo un piccolo segno che mi faccia stare bene. Tratteggiare un colore, costruire un cubo e deifinire l'attimo e lo spazio. Chi è ansioso, macchia il foglio in maniera involontaria, insoddisfacente e quindi frustrante. Risultato? Il foglio è da buttare e quindi via con un altro. Come fare a trasmettere la serenità. Come far capire e assimilare che si sta meglio di qua che di la?
Nel frattempo comunque continuo a bere l'ultima tisana al finocarbo che ho (devo riprenderle) e mentre lo faccio mi pettino le orecchie con Norah Jones e ovviamente scrivo.
Insomma vorrei fare tante cose, poi però mi capitano quei giorni che non so che fare. Ed è abbastanza strano visto che se volessi prendere una sola delle cose che il mio piccolo paese dei balocchi (camera mia) mi offre, ne avrei per non so quanto. Beh, sapete che vi dico? Il momento non me lo lascio scappare e vado subito a letto a leggere. Lascio Norah fino alla fine però.

Prima che cambierà

martedì 2 gennaio 2007










Passano le foglie lungo il viale come passano i bisogni, che ho
Cambiano i capelli di mio padre, mio fratello ha già la barba, da un po’…
Tutto è naturale come l’acqua minerale che rinfresca l’attesa
Voglio ricordare questo sole prima che cambierà…

Crescono le piante come nascono speranze nel mio orto, da un po’
Passa il tempo, passa passa, senza dire “Posso?” ma lo voglio, per me
Tutto è naturale come l’aria del mattino che rinfresca l’attesa
Voglio ricordare questo sole prima che cambierà…prima che cambiera..

Sono in divieto di sosta le ansie e i pensieri che mi girano
Fermo, sto fermo, sarà il mio momento è quello che mi dicono
Mi scatto una fotografia, prima di andare via, ti chiedo non aver paura
Per quello che succederà…

Cambieranno visi, sguardi, nomi, ma non cambierà la voglia che ho
Di guardarti sempre con questi occhi, questo amore, tutto il meglio che ho
Tutto è naturale come l’acqua minerale che rinfresca l’attesa
Voglio ricordare questo sole prima che cambierà…

Mi scatto una fotografia, prima di andare via, ti chiedo non aver paura
Per quello che succederà…
Mi scatto una fotografia, il 5 maggio in casa mia, ti prego non aver paura
Per quello che succederà…

Tutto è naturale come l’acqua minerale che rinfresca l’attesa...


Non ho ancora ben capito se adesso è il trentuno, l'uno o il due. No, è un unico grande giorno che mi ha visto attore e spettatore di tante sensazioni ed emozioni diverse, opposte, dissonanti per giunta. Ho visto i miei nervi oscillare pericolosamente, farmi e fare del male, eppure adesso che non so che giorno e che ora è, mi sento leggero. Per concludere questa lunga e sfuriata cavalcata mi sto concedendo una tisana dal nome esotico Notti in Tibet. Beh, ci sto provando sul serio a chiudere gli occhi e immaginarmi in/il Tibet, ma la verità è che non so nemmeno dove sia il Tibet e poi questa tisana non è poi buonissima. Però è un bellissimo regalo che mia sorella mi ha fatto per natale insieme ad altre due, nettamente più buone. Certo è che i colori di queste erbe sono proprio belli, sembrano il cielo che ho visto questa mattina all'alba, quando silenziosamente sono tornato a casa dopo una serata strana. Adesso che ci penso, questi colori sembrano proprio un tramonto Tibetano vero? Come, non sapete com'è il classicissimo colore di un tramonto Tibetano? E' questo qua e solo adesso mi accorgo che il sapore è proprio quello, così come il profumo. Come ho detto oggi ad Elena, mi sento una bottiglia d'acqua. Mi sento pienamnete leggero e trasparente, statico e fluido allo stesso tempo. Rilassato. Forse sono al punto di svolta tanto agognato, a quel cambio di vento che da tempo attendevo e che in uno scherzo ben fatto e sincero, stamattina al mio rientro ho sentito sul mio volto così come per tutto il resto della giornata. Ha soffiato via parecchie cose e ancora adesso, seppur con minor forza, continua la sua minuziosa e inesorabile pulizia. Il mio personalissimo e sgangherato Tibet si è volatilizzato. E anche se la musica continua il vostro amico se ne va a dormire. Deve chiudere un giorno lungo almeno per tre e aprirne uno nuovo.