Quiet nights of quiet stars, quiet cords from my guitar...

lunedì 30 gennaio 2012



Ora c'è la morbibezza accogliente del letto, il pianoforte di Einaudi, il rumore delle mie dita sul computer e dei miei pensieri che si sciolgono sul cuscino.
C'è un senso di rilassatezza, di divertimento e di pace, perchè quando butto fuori quello sento, quando canto e suono in tranquillità come ho fatto in questi giorni o quando mi diverto con un amico, sono più leggero e sereno.
Sono giorni pieni di risate, di incontri vecchi e nuovi, di nuovi orizzonti da esplorare.
Ma ci sono delle cose che devo avere il coraggio di dire. Ci giro intorno da diverso tempo e non trovo mai il coraggio. Devo metter voce a queste parole che gridano di essere liberate. Niente di segreto o incoffessabile ma sono causa del mio senso di immobilità stagnante, perchè per quanto io possa migliorare me stesso, e l'ho fatto, rimangono delle zavorre che fino a quando non avrò la lucidità di lasciare andare, rimarranno sempre li a condizionare il mio volo.
Dire ad alta voce ciò che non va, che mi fa star male, che si prende i miei pensieri.
E' una promessa che faccio a me stesso.

E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse e questo fa paura...

domenica 29 gennaio 2012


Ovviamente accade quando meno te lo aspetti. Da un commento per caso, una frase lasciata li o da una battuta. E proprio nell'ultimo caso che in un momento preciso della serata ho avuto un flash.
- Secondo te se io vinco un milione di euro al super enalotto, sto ancora con te?
Risate generali da parti di tutti, me compreso.
- Con un milione di euro non ho bisogno più di nulla, posso comprarmi tutto. Non mi serve qualcuno con cui farmi forza nei momenti di difficoltà.
Ora è chiaro che si scherzava, però questa frase abbandonata tra i sorrisi si è fatta spazio dentro di me, sedimentandosi fino a spingermi a scrivere due parole.
Io potrei più o meno avere un milione di euro, ma di sicuro non ho nessuno con cui farmi forza nei momenti di difficoltà.

Punto.

Tu non credere se qualcuno ti dirà che non sono più lo stesso ormai...

giovedì 19 gennaio 2012


C'è questo brusio dietro di me, subito dopo il doppio vetro della finestra di cucina, con qualche macchina che passa, il ritmo di passi di chi corre e l'accompagnamento dell'aria che circonda tutto.
C'è il maglione a strisce colorate che indosso e i pantaloni della tuta, il tavolo lucido e il resto di casa ancora da pulire.
C'è una irriverente serenità e la paura di affermarla per non farla andare via.
C'è voglia di ricominciare a scrivere, di raccontare quanto di avventuroso mi è capitato in questo tempo trascorso.
C'è la voglia incredibile di aprirmi e fare spazio, la voglia di esercitare quanto di bello so di poter dare.