Qualche tempo fa ascoltavo Fabio Volo in radio che recitava una poesia sui bambini.
I bambini imparano ciò che vivono.La quasi totalità delle volte che ascolto qualcosa, vedo un film, leggo una rivista o un libro, cerco sempre di immedesimarmi, di mettermi al centro e di pensare che quel che vedo e sento è stato fatto per me. Qualcuno può vederci dell'egocentrismo, io in realtà ci vedo curiosità e voglia di sperimentarsi e migliorarsi sempre.
Se un bambino vive nella critica, impara a condannare.
Se vive nell'ostilità, impara ad aggredire.
Se vive nell'ironia, impara ad essere timido.
Se vive nella vergogna, impara a sentirsi colpevole.
Se vive nella tolleranza, impara ad essere paziente.
Se vive nell'incoraggiamento impara ad avere fiducia.
Se un bambino vive nella lealtà, impara la giustizia.
Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede.
E' un pratica ormai automatica la mia, quasi istintiva e avendo il terribile difetto di pensare troppo fino a mandare su di giri la testa, come se non bastasse, alla fine metto tutto in relazione con chi mi sta intorno. Sia per un confronto che possa aiutarmi a capire meglio chi è vicino a me, sia per dare una mano a chi magari vedo in difficoltà su qualcosa. Ad esempio se mi capita di sapere che un amico/a ha un particolare pensiero che gli gira in testa da giorni, lo metto in relazione, appena possibile, con qualcosa che può aiutarmi a trovare una soluzione da dargli. Una forma malata di altruismo forse.
Ascoltando questa semplice poesia, ho pensato inevitabilmente in che ambiente sono cresciuto io. Se sono stato educato alla disponibilità, alla lealtà, alla tolleranza.
Poi ho pensato alle persone care che ho vicino a me, alla mia ragazza, ai miei pochi amici, cercando di individuare gli indizi dell' ambiente in cui sono cresciuti e capirli un po di piu.
Lo so, sono il re del pensiero paranoico e inutile...