E abbiamo fame di quella fame...

mercoledì 23 agosto 2006

Pier Piero Tondelli sosteneva che l'unica scrittura possibile era la cosiddetta scrittura emotiva. L'esempio di un tipo di espressione che non può permettersi il pudore della propria emozione. Deve anzi consentire all'urgenza che la provoca di superare per importanza la qualità tecnica della frase, del lessico scelto, della punteggiatura relativa.
Kerouac stesso è stato un esempio evidente di quella ricerca di purezza emotiva proprio nella scrittura. Credo che non sia stato un caso che il suo stile venisse accusato da più parti di ridursi a essere un semplice battere a macchina. Un'accusa così forte è la testimonianza di una forte emozione provata anche quando negativa. Quindi la testimonianza che l'intenzione di Kerouac era comunque realizzata, e la sua scrittura era riuscita. Tomas De Quincey sosteneva che la letteratura emotiva è una letteratura di potenza e poi divideva la letteratura stessa in due grandi gruppi: letteratura di conoscenza e letteratura di potenza. Concludendo poi che, mentre la prima sparisce e invecchia senza lasciare tracce, la seconda esiste finche dura la lingua. Louis-Ferdinand Céline diceva "il mio metro emotivo prende su tutto. I miei libri prendono su tutto". Aggiungendo poi che il suo obiettivo era restituire tutta l'emozione del linguaggio parlato attraverso il linguaggio scritto.
Tornando a Tondelli, per finire finalmente con le citazioni, chiudeva un suo breve testo sulla scrittura con queste parole: "il testo emotivo fotte l'inconsolabile solitudine di essere al mondo".
Una conclusine forse eccessivamente romantica e che addirittura può sembrare paradossale, visto che leggere e scrivere sono attività notoriamente solitarie, ma nella realtà una conclusione che ci riporta al punto di partenza, cioè alla necessità di una forte circolazione delle emozioni, come autori e come lettori. Come esseri umani.
La mia personale esperienza mi ha fatto maturare una tesi, ovviamente altrettanto personale: la canzone ha l'ambizione di perseguire lo stesso modello di purezza emotiva.

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