E' notte alta e sono sveglio e più ti penso e più ti voglio...

venerdì 19 giugno 2015

Da qualche parte lessi una battuta che suonava più o meno così "Aspettarsi che la vita sia buona con te, solo perchè sei una brava persona è un po come pensare di essere al centro di un' arena e sperare che il toro non ti carichi contro solo perchè sei vegetariano".
Oppure mi viene in mente un racconto di Buzzati dal titolo "Una cosa che inizia per L" che, per farvela brevissima, narra di un mercante che sente bussare, di mattina, il medico che la sera prima aveva lui stesso allertato per un piccolo malore passeggero.
Questo medico, in compagnia di un omaccione, poco a poco e con domande sempre più specifiche chiede al mercante se si ricorda di esser stato aiutato qualche sera prima da un viandante, a rimettere sulla strada il suo carro rimasto impantanato per la pioggia incessante.
Il mercante all'inizio non capisce il perchè di quelle domande ma sente l'angoscia salire. Infatti di li a poco scopre che il viandante che lo aveva aiutato quella notte  era un lebbroso e che inavvertitamente lo aveva contagiato. Ecco perchè il malore e del perchè quella mattina il medico si è presentato con quell'omone grosso. Per dirgli con finto tatto iniziale e poi via via con cruda cattiveria, che era diventato uno sporco lebbroso e che avevano gia provveduto a bruciare il suo carro e il suo cavallo e che avrebbero fatto lo stesso con i suoi abiti e le sue cose dentro casa, non appena il mercante avesse indossato uno straccio e un campanaccio da mettere al collo, per avvisare del suo passaggio le persone circostanti.
Una storia un po' dura a pensarci bene.
La cosa che più mi colpì quando la lessi fu il fatto che il povero mercante non appena smise i suoi abiti, per indossare lo straccio e il campanaccio, inizio a ciondolare la testa e ad avanzare con passi lenti da infermo. Una trasformazione repentina da fiero mercante a sporco lebbroso e mentre si faceva largo nella piazza ripeteva che l'aver incontrato quel lebbroso, in quella notte piovosa non era colpa sua "E' stata una disgrazia, una grande disgrazia!"
Mi sento come quel povero mercante, o il bravo vegetariano al centro dell'arena. Continuo a chiedermi perchè, anche se in qualche modo so gia che non c'è un perchè, le cose accadono e basta.
Perchè? E ciondolo dentro casa come un deragliato, senza riuscire a dormire.
Perchè? E ho brividi su tutto il corpo.
Perchè? E penso a chi posso chiedere aiuto e vengono fuori nomi di persone vicine o che non vedo da tempo.
Penso a mia sorella, che è di la a casa sua, ma non voglio darle inutili preoccupazioni.
Penso al mio migliore amico che so che sta dormendo a casa e che se magari lo chiamassi verrebbe subito qui da me. Rinnegando come un turco, ma verrebbe. E questo mi fa un po ridere e un po piangere.
Penso perfino anche a una mia ex ragazza a cui voglio ancora bene.
E penso alla gente della piazza che nel racconto di Buzzati si fa largo al suono della campana legata al mio collo.
Penso a chi vive e gode della sofferenza altrui, ai falsi amici, a chi non sa chi sei e ti giudica.
Penso al fatto che li odio tutti.
Siete voi i lebbrosi.
Vaffanculo.

0 Commenti: