Negli occhi ha dei pensieri chiusi in cerca di colori...
giovedì 30 luglio 2009
...e poi mi capita di prendere un gran bel po di aria nei polmoni per poi cantare. Mi capita di restare fermo e pensare o di voler intraprendere nuove strade. Di scrivere nuove cose e di sentire voci che non sapevo più che colore avessero. Avverto il pericolo di un sentiero a strapiombo, di provare vertigini sul mare. Mi sembra di non capire e di voler lo stesso sbagliare, ma poi mi pento e mi dondolo contento a casa mia. Di farmi un bagno in armonia con me stesso.
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Malgrado poi
martedì 28 luglio 2009
Ma che cos'è la verità
Se non quello che poi
noi potremo dividere
rinunciando semmai alla solitudine
che ringrazio perché mi ha portato fin quà
Sai che certe volte
cammino solo tra la gente
e sembra che non puoi far niente
malgrado poi l'amore
ci dirà le cose
che ora tu non sai più dire
non cercare di capire se non puoi
Seguo le derive che mi porteranno via
dopo il deserto vedremo il mare
Dalle azzurre onde
vedremo il sole che nasce a oriente
che sale su, poi scende giù
Ma questo tempo passerà
e si porterà via un che di indefinibile
una parte di noi come un'abitudine
che ci cambia così senza cambiarci mai
Malgrado poi l'amore
potrebbe far fiorire
il rosmarino e il mare
sul davanzale
Malgrado poi l'amore
potrebbe far capire
potrebbe continuare
malgrado poi
Vola via nel vento
la stessa trama di un racconto
che diventa un tango
che ci unisce e poi divide
ma rifletto e penso
che continuare non ha un senso
eppure ogni volta resto e resto qua
Sono stato cosi tanto tempo solo che
Non ti so dire cos'è l'amore
Sogni e poi frammenti
di situazioni e di momenti
andranno via malgrado noi
Ma che cos'è la verità
quanti sforzi per poi non saper più distinguere
tra la rosa e i lillà una spina infallibile
al mio cuore dirà quando tu mi amerai
Malgrado poi... l'amore
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Ancora qui
giovedì 23 luglio 2009
Non è mai facile un ritorno
Non è impresa da niente
Ma finalmente arriva il giorno che tu fai pace con te
Capire il vento, la ragione, il momento
Spogliarsi di ogni incertezza, inseguire un canto
Anche se per gli altri sarà follia
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Ci serve pure di arrivare li, per ripartire nuovamente...
Stanotte ho fatto un sogno che non mi sarei mai aspettato di fare. Un sogno con al centro un discorso che spesso ripeto fra me e me quando viaggio o quando sono steso sul letto, quasi si trattasse della composizione di un capolavoro.
Ma non lo è o per lo meno non per me, visto che ha le dimensioni di un macigno scomodo da portare.
Il sogno inizia che sto camminando e d'improvviso svicolo dentro un ristorante. Scivolo tra porte e clienti inconsapevole della mia meta. Entro in una sala e mi siedo al primo tavolo che incontro senza farci a caso.
Una volta seduto mi sembra di stare al banco degli imputati e di fronte a me ci sono delle persone che conosco bene ma che per diversi motivi non vedo più. Da anni ormai. Vecchi amici. Uno di loro prende parola e mi spara quella che sembra suonarmi come una delle sue frasi diplomatiche, accomodanti e furbe. Passa un lungo secondo di silenzio e alla fine apro i rubinetti della mia verità, piena di tutto quello che ho sentito sulla mia pelle. Goccia dopo goccia e piango. Ho sognato che piangevo e questo gia mi sconvolge abbastanza.
Piango indignato di fronte a una verità che non meritavo, e cioè la scoperta che per queste persone non sono mai stato veramente un amico. Qualcosa di esterno da come poi ho saputo. Piango per l'indifferenza dimostratami quando avrei avuto bisogno di una qualsiasi parola per stare meglio. Per l'indifferenza per la mia persona scambiata con noncuranza per ... Piango per tutta la forza che ne sono riuscito a trarre. Piango per tutte le volte che ho pianto da solo in macchina e perchè nonostante tutto io sono vivo, anche se nella stanza dove mi hanno lasciato sono morto più di una volta. Piango... poi poggio il mio fazzoletto sul tavolo e vado via.
So che può risultare incomprensibile tutto ciò, lo capisco. Ma se ho deciso di scrivere questo è solo per potermi liberare di un po di quel peso che mi porto ancora dentro, nonostante ora io sia sereno. Ho riflettuto molto su come o se poter esprimere le mie ragioni e i miei stati d'animo, ma avrebbe significato puntare troppe volte il dito su più di una persona.
Sono sicuro che se domani li dovessi incontrare probabilmente vuoterei il sacco lo stesso, ma non ne ho più bisogno adesso. Non più.
Ora sono un uomo libero, un uomo oltre.
Ma non lo è o per lo meno non per me, visto che ha le dimensioni di un macigno scomodo da portare.
Il sogno inizia che sto camminando e d'improvviso svicolo dentro un ristorante. Scivolo tra porte e clienti inconsapevole della mia meta. Entro in una sala e mi siedo al primo tavolo che incontro senza farci a caso.
Una volta seduto mi sembra di stare al banco degli imputati e di fronte a me ci sono delle persone che conosco bene ma che per diversi motivi non vedo più. Da anni ormai. Vecchi amici. Uno di loro prende parola e mi spara quella che sembra suonarmi come una delle sue frasi diplomatiche, accomodanti e furbe. Passa un lungo secondo di silenzio e alla fine apro i rubinetti della mia verità, piena di tutto quello che ho sentito sulla mia pelle. Goccia dopo goccia e piango. Ho sognato che piangevo e questo gia mi sconvolge abbastanza.
Piango indignato di fronte a una verità che non meritavo, e cioè la scoperta che per queste persone non sono mai stato veramente un amico. Qualcosa di esterno da come poi ho saputo. Piango per l'indifferenza dimostratami quando avrei avuto bisogno di una qualsiasi parola per stare meglio. Per l'indifferenza per la mia persona scambiata con noncuranza per ... Piango per tutta la forza che ne sono riuscito a trarre. Piango per tutte le volte che ho pianto da solo in macchina e perchè nonostante tutto io sono vivo, anche se nella stanza dove mi hanno lasciato sono morto più di una volta. Piango... poi poggio il mio fazzoletto sul tavolo e vado via.
So che può risultare incomprensibile tutto ciò, lo capisco. Ma se ho deciso di scrivere questo è solo per potermi liberare di un po di quel peso che mi porto ancora dentro, nonostante ora io sia sereno. Ho riflettuto molto su come o se poter esprimere le mie ragioni e i miei stati d'animo, ma avrebbe significato puntare troppe volte il dito su più di una persona.
Sono sicuro che se domani li dovessi incontrare probabilmente vuoterei il sacco lo stesso, ma non ne ho più bisogno adesso. Non più.
Ora sono un uomo libero, un uomo oltre.
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Ancora qui per dire di si ai miei sentimenti...
lunedì 20 luglio 2009
Sabato e domenica, due serate di musica e cabaret. Un progetto nato di rimbalzo neanche qualche settimana fa ed ora gia pronto per essere limato aggiustato e migliorato.
La prima serata, quella di sabato è stata difficile, tutta in salita. Presso il lido di un hotel di Pineto in una location non propriamente adatta a fare spettacolini di questo tipo, con tantissimi Aquilani costretti dagli eventi che ben conosciamo a questa villeggiatura forzata.
Magari pensandoci si potrebbe arrivare alla conclusione che fare musica e cabaret per un pubblico così sia quanto meno fuori luogo. Eppure nonostante le mille difficoltà, gli errori e le castronerie che puntualmente si verificano in queste situazioni, hanno tutti apprezzato. Ricevere i ringraziamenti, su quanto si siano divertiti e su quanto vogliano ridere, anche per svagare un momento dalla loro difficile condizione, non ha prezzo credetemi.
La seconda serata, in un altro hotel, di Montesilvano questa volta, ci sembrava apparentemente più facile anche perchè il posto dove ci siamo esibiti è molto più congeniale. C'è un palchetto con tanto di quinte e luci colorate, una piscina illuminata che fa sempre la sua bella figura e gli immancabili tavolini a contornare il tutto.
E' andata sicuramente meglio della prima, l'audio era nettamente migliore grazie a un impianto degno di questo nome. Ci sono stati più applausi e risate a gratificare i nostri sforzi. Peccato per me personalmente, non aver eseguito gli ultimi due pezzi in maniera decente. Con la chitarra ho praticamente sbagliato tutti gli accordi di un pezzo, mamma mia.
Ovviamente, se mi chiedete adesso lo stesso pezzo lo so fare anche con le mani legate, bendato e su un piede solo!
Adesso però. (Grrrrrrr....)
In ogni caso mi ha fatto davvero bene, questo a conferma di quanto gli errori siano importantissimi. Nel mettermi in discussione ho avvertito la crescita, magari un po dolorosa, vorrei sempre eseguire i pezzi al meglio, ma anche gustosa.
Mi viene in mente il Rally. Correre su strade sterrate, tra curve a gomito, salite e buche. Il divertimento e il gioco sta tutto nella corsa, nei controsterzi, negli alberi sfiorati per un niente. L'unica cosa che conta è non arrivare per ultimi, tutti gli altri piazzamenti sono una magnifica vittoria
La prima serata, quella di sabato è stata difficile, tutta in salita. Presso il lido di un hotel di Pineto in una location non propriamente adatta a fare spettacolini di questo tipo, con tantissimi Aquilani costretti dagli eventi che ben conosciamo a questa villeggiatura forzata.
Magari pensandoci si potrebbe arrivare alla conclusione che fare musica e cabaret per un pubblico così sia quanto meno fuori luogo. Eppure nonostante le mille difficoltà, gli errori e le castronerie che puntualmente si verificano in queste situazioni, hanno tutti apprezzato. Ricevere i ringraziamenti, su quanto si siano divertiti e su quanto vogliano ridere, anche per svagare un momento dalla loro difficile condizione, non ha prezzo credetemi.
La seconda serata, in un altro hotel, di Montesilvano questa volta, ci sembrava apparentemente più facile anche perchè il posto dove ci siamo esibiti è molto più congeniale. C'è un palchetto con tanto di quinte e luci colorate, una piscina illuminata che fa sempre la sua bella figura e gli immancabili tavolini a contornare il tutto.
E' andata sicuramente meglio della prima, l'audio era nettamente migliore grazie a un impianto degno di questo nome. Ci sono stati più applausi e risate a gratificare i nostri sforzi. Peccato per me personalmente, non aver eseguito gli ultimi due pezzi in maniera decente. Con la chitarra ho praticamente sbagliato tutti gli accordi di un pezzo, mamma mia.
Ovviamente, se mi chiedete adesso lo stesso pezzo lo so fare anche con le mani legate, bendato e su un piede solo!
Adesso però. (Grrrrrrr....)
In ogni caso mi ha fatto davvero bene, questo a conferma di quanto gli errori siano importantissimi. Nel mettermi in discussione ho avvertito la crescita, magari un po dolorosa, vorrei sempre eseguire i pezzi al meglio, ma anche gustosa.
Mi viene in mente il Rally. Correre su strade sterrate, tra curve a gomito, salite e buche. Il divertimento e il gioco sta tutto nella corsa, nei controsterzi, negli alberi sfiorati per un niente. L'unica cosa che conta è non arrivare per ultimi, tutti gli altri piazzamenti sono una magnifica vittoria
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Vivere a orecchio
domenica 19 luglio 2009
da dove ti viene il mar di mare?
da dove ti viene una canzone?
da dove ti viene il peggio di chi sei?
da dove ti viene da vomitare?
e dove ti porta una canzone?
da dove ti viene il meglio di chi sei?
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C'è qualcosa che non va ma non so dirti cosa...
venerdì 17 luglio 2009
A volte avverto uno scollamento tra quello che sto pensando e quello che sto facendo. Magari sono a chiacchierare con un amico e mentre lo ascolto mi capita di pensare che qualcosa non va, che non sono lo stesso, quasi diverso, cambiato o peggiorato. Come se il Mirko che una volta poteva essere definito "un bravo ragazzo" avesse lasciato il posto a una versione più stupida e banale di se. Ecco, a volte ho la paura di una mia involuzione o di non essere più all'altezza di una situazione. Non capisco perchè mi capita.
Altre volte ad esempio, rimango in standby. Aspetto che gli altri mi stimolino e cerco di rispondere nella giusta misura, centellinando gli entusiasmi. Mi metto sullo sfondo, perchè magari il mio modo di fare può risultare eccessivo.
Più in generale posso dire di non sapere cosa voglio, cosa mi va di fare, chi voglio avere intorno a me e chi no.
Non saprei proprio indicare l'origine di tali pensieri, mah...
Altre volte ad esempio, rimango in standby. Aspetto che gli altri mi stimolino e cerco di rispondere nella giusta misura, centellinando gli entusiasmi. Mi metto sullo sfondo, perchè magari il mio modo di fare può risultare eccessivo.
Più in generale posso dire di non sapere cosa voglio, cosa mi va di fare, chi voglio avere intorno a me e chi no.
Non saprei proprio indicare l'origine di tali pensieri, mah...
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E adesso che torniamo ognuno al proprio posto, liberi finalmente e non saper che fare...
mercoledì 15 luglio 2009
Basterebbe una frase del genere, senza il dilemma di capir da dove cominciare, fino a che punto spingersi o quali pensieri cavalcare per cercare di arginare il fiume di pensieri che in questi giorni mi tengono in ostaggio.
Ho sempre avuto un emergenza comunicativa che teneva il passo ad una certa incapacità di darle una forma concreta e mai come in questi giorni, passato recente, remoto e presente s'intrecciano come frecce tricolori rendendomi il compito ancor più difficile.
Ne viene fuori un quadro malinconico, dettagliato, con strappi precisi, fatto di volti e luoghi irraggiungibili.
Sono stanco di questo, sono un pittore incapace di dipingere altro, condannato a ripetere sempre lo stesso soggetto e a non capirne mai veramente il perchè.
Ho sempre avuto un emergenza comunicativa che teneva il passo ad una certa incapacità di darle una forma concreta e mai come in questi giorni, passato recente, remoto e presente s'intrecciano come frecce tricolori rendendomi il compito ancor più difficile.
Ne viene fuori un quadro malinconico, dettagliato, con strappi precisi, fatto di volti e luoghi irraggiungibili.
Sono stanco di questo, sono un pittore incapace di dipingere altro, condannato a ripetere sempre lo stesso soggetto e a non capirne mai veramente il perchè.
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martedì 14 luglio 2009
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I lunedìììì...
venerdì 10 luglio 2009
Lunedì parte l'ultimo corso che ho organizzato per quest'anno, prima delle ferie estive. Anche se, devo ammetterlo, non vedo l'ora di riprendere a settembre. Forse sarò l'unico al mondo ma ho in mente milioni di cose da fare e da comprare per casa mia :)
Di sicuro passerò questa estate tra nuovi progetti e forse qualche nuovo incontro. Proprio poco fa ho finito di fare le prove con un paio di amici per uno spettacolo di musica live e cabaret di nostra creazione e che gia da domenica prossima (il 19 luglio) vedrà la luce. Sono stanco e contento, spero piaccia e che ci porti buone vibrazioni.
E comunque, senza accorgermene, è più di una settimana che dormo da solo a casa mia, ho capito che mi piace stare qui. Mi piace il posto, lo sento mio. Pensavo che avrei avuto più di un problema a staccarmi dalla mia vecchia camera ma a quanto pare ho rottamato certi sentimentalismi.
Queste sono mura bianche non solo nella vernice ma anche nei ricordi. Qui non c'è il peso della mia vecchia camera, non rischio di tiare fuori un pupazzo o un vecchio biglietto del cinema e scatenare chissà quali pensieri. E' per larga parte ancora tutto da scrivere e vivere, è un punto di partenza. E' un lunedì.
Qui mi viene da pensare e da scrivere. Mi viene da suonare cose nuove e mi piace rompere il silenzio di queste stanze suonando la chitarra o tracciando una voce nell'aria.
Non so se l'ho già detto ma questo è uno di quei casi in cui vale la pena disturbare il silenzio. Perchè bisogna sempre avere un buon motivo per mandar via il silenzio.
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