Cosa succede, cosa succede in città...
giovedì 25 marzo 2010
Il fatto è che quando scopri certe cose la vita ti cambia. Dico davvero.
Io ad esempio credo di aver fatto un saltino in avanti quando ho scoperto Emily Dickinson, e sarei un gran paraculo se dicessi che mentre scrivo questo non voglio darmi un tono. Infatti non lo dico ;)
Che mi abbia catturato la sua poesia lo si vede anche in queste pagine dove ho riportato qualche suo verso qui e la e in un occasione poco felice ho avuto anche l'ingenua sfrontatezza di comporre un qualcosa simile al suo stile.
La sua storia ha provocato in me sensi contrapposti, un ironia mescolata alla tristezza. Un sentimento di paura e attrazione verso le scelte radicali e assolute che guardo con circospezione, girandoci intorno, studiandole.
La storia la sapete tutti no?! A 25 anni si rinchiuse in camera sua con la convinzione che la sola fantasia potesse darle tutto quello di cui aveva bisogno. Non uscì di li nemmeno alla morte dei suoi genitori e quando lei stessa passò a miglior vita, trovarono millesettecentosettantacinque poesie!
Oggi chi mai farebbe qualcosa del genere? Oggi... Il fatto è che oltre alla scelta difficile e straordinaria che Emily Dickinson fece è pensare a quanto la sua fantasia nel silenzio della sua stanza sia stata in grado di creare. Se avesse avuto anche solo una radio sarebbe stato lo stesso? E con una tv?
Io da tempo affermo di non vedere più la tv e anche qui sarei un gran paraculo se dicessi che mentre scrivo questo non voglio darmi un tono. Infatti, anche in questo caso, non lo dico ;)
Che poi... alla fine la guardo... anzi...
Poco fa sono andato a rivedermi su youtube una vecchia intervista a Massimo Troisi. Avevo bisogno di rinfrescarmi la memoria su una sua vecchia idea. Sull'ipotesi di fare un film raccontando la rabbia, l'indignazione, l'impotenza di vivere nella società di allora, con quella classe politica, tracciando la storia di un uomo che decide di staccare progressivamente la spina coi vari mezzi di comunicazione, col telefono, la tv, la gente, la fidanzata e gli amici. La storia di un eroe al contrario che invece di aspirare a smuovere le coscienze con un gesto evidente, "risorgimentale", si chiude in se stesso con il pudore di dire "Sto zitto", nella sua incapacità di cambiare le cose.
Un'idea partorita nei primissimi anni 90, prima ancora del suo ultimo film "Il postino". E' affascinante o agghiacciante, dipende da come intendete voi il bicchiere, trasportare quel concetto ai giorni nostri, con quello che è adesso la nostra classe politica, i nostri mezzi di comunicazione. Con la telefonia di adesso, la tv di adesso e internet, che allora non c'era.
Qualche sera sera fa ho beccato su raidue, quasi per caso, una serata speciale. Un concerto di Lucio Dalla e Francesco De Gregori insieme.
Due "gran signori" della musica italiana che il caso ha voluto andassero in onda contro Amici di Maria De Filippi. Un contrasto talmente evidente, schiacciante, troppo forte che non vi sto neanche ad argomentare. Si commenta da se :)
Parole come musica, come cinema, come scrittura, oggi hanno un altro significato rispetto anche a "soli" vent'anni fa.
Cosa centra Pierdavide Carone con la musica?
Cosa centra Alice nel paese delle meraviglie di Tim Burton con il cinema?
Cosa centra Federico Moccia con... Cosa centra Federico Mocciaaa????
So che il discorso può sembrare fin troppo banale, ma questa è la realtà di oggi. Una realtà banale, edulcorata, finta e posticcia.
E... ovviamente...direi quasi certamente... sarei un gran paraculo se dicessi che mentre scrivo tutto questo non voglio darmi un tono.
Postato da
IlMode
alle
19:03
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