E adesso che sei ovunque sei, chissà se ti arriva il mio pensiero...

sabato 26 dicembre 2009


Mi sono svegliato più o meno verso mezzogiorno. Con calma mi sono lavato, vestito e poi ho fatto colazione. Ho caricato gli ultimi regali da consegnare in macchina e mi sono diretto verso casa dei miei genitori per il classico pranzo di natale.
Ho preso la riviera e così facendo ho in sostanza attraversato tutta la città di Pescara. Sono passato idealmente davanti a tutte le case che conosco, le case dove sono entrato. Nelle stanze che hanno visto le mie risate, i miei sentimenti, i miei frequenti ripensamenti.
Viaggiavo come negli spot delle automobili dove tutto è calmo e sereno e il vento tagliato dalle forme sinuose di una nuova auto è il solo rumore che si sente. Anche se in realtà Pescara in questi due giorni ci ha sorpreso con un tempo decisamente inusuale per il calendario. Con temperature che si aggiravano intorno ai 23/24 gradi e un vento incredibilmente presente.
Viaggiavo con le onde del mare a tutta forza sulla mia sinistra, che sembravano salutare il mio passaggio come se facessero il tifo per me, mentre da sinistra verso destra il vento sferzava le palme della costa fino a infrangersi contro le case addobate a festa.
Non so perchè ho pensato a quelle canzoni che nei loro versi raccontano diverse situazioni di più personaggi insieme. Ad esempio
Alice di De Gregori oppure Il canto del mare di Zarrillo, artista che non cito a caso per via di uno dei detinatari di queste mie parole.
Oppure mi sono venute in mente le scene finali di quei film italiani stile
Sapore di mare, che con una carrellata e una voce narrante fuori campo, ci rivelava come le storie di ogni protagonista erano andate a finire.
Con quest'idea di regia dall'alto, ho attraversato la mia città, sorvolando come un fantasma del natale presente le case di chi tutt'ora ha una stanza fissa nelle camere del mio cuore. E' un modo di fare e di pensare questo, che mi ha dato in passato parecchie noie, perchè è stato facile appoggiarsi al passato per sfuggire al presente. Ma è fortunatamente un errore che non commetto più anche se la curiosità di sapere come stanno le persone che ho amato, credo mi rimarrà per sempre. Mi piacerebbe portare loro in dono quanto di meglio ho da offrire ed essergli finalmente amico. Ritornare con tutta la gioia che un ritorno porta con se. La voglia di riabbracciarsi, di raccontarsi e di guardarsi negli occhi.
Natale può significare un nuovo inizio, una nuova vita, indipendentemente dalle nostre abitudini e fedi. E' un momento che per ragioni stupide e importanti allo stesso tempo ci fa capire quanto sia importante stringersi in un abbraccio, sciogliendo quelle resistenze dentro di noi che come calcoli renali ci fanno rimanere sentimentalmente immobili.
Natale è l'occasione che ogni anno abbiamo per ascoltarci ed è un dovere che dobbiamo avere il coraggio di affrontare.

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