Strada facendo troverai un gancio in mezzo al cielo...

mercoledì 17 agosto 2005


Ho fatto diverse cose in questo ferragosto, divertendomi e spassandomela con gli amici di sempre e non. E come al solito un mix di sensazioni mi ha attraversato in questi giorni un po caotici. La giornata del 14 al mare cercando di riempire una piscina gonfiabile larga un metro e mezzo. Un vero collasso per me, i partecipanti e gli spettatori. La sera allo Stellario per vedere i Negrita. Una band davvero in gamba, con uno rock show dalle tinte sud americane, nei suoni e nei colori. Davvero una bella serata, con tanto di doppio panino a Cuccitella insieme al compare di mille avventure, Coco. Il ferragosto tra liti (ormai di rito eh eh) per il da farsi, il corri corri generale da un posto all'altro per questo tempo che non ci ha certo sostenuto. Con contorno di minacce di denuncia dalla polizia, sangria bianca, ricetta della dottoressa Luigina, scrociamento contro la panda di massimo che non si è fatta praticamente nulla, mentre la mia si è aperta come una cozza. Il primo raggio (finalmente) di sole con relativa corsa al mare per recuperare il tempo perduto e la sensazione che qualcosa dentro di me si stava muovendo. Il momento più bello? Quando con il freddo incredibile mi sono gettato in mare che non era certo calmo e quieto, con il materassino per godermi le onde che mi sballottolavano di qua e di la come le campanelle di S. Rocco. Dopo un po sono tornato a riva come un naufrago su un isola deserta. E li ci sono rimasto per bel po, mentre gli altri giocavano a pallone sul bagnasciuga. Steso come na medusa, mentre la risacca mi ricopriva col suo andirivieni. In completo stato di grazia, tra le onde e l'effetto della sangria. Come un bambino che gioca con l'acqua. Solo che adesso giocavo ad accoccolarmi un po, visto che nessuno adesso lo farebbe per me. Ma ho superato anche questo, ho superato di nuovo me stesso nella rincorsa alla noia di essere solo. Il giorno dopo c'è stata la sorpresa gradita più che mai.
Dopo un anno preciso, più o meno, ho riscritto dei versi sul mio taccuino. L'ultima volta risale esattamente al 28 luglio 2004 ed è firmata in terra straniera. Starigrad, un soleggiato paesino dell'isola di Hvar, Croazia. Li come alcuni sanno ho trascorso l'estate scorsa facendo l'animatore e sempre li mi sono concesso dei momenti tutti per me davvero rari per la situazione che stavo vivendo. E per la precisione scrivevo una lettera a una mia ex, come se fossi un soldato della legione straniera che scrive alla sua amata rimasta nella tranquillità della propria casa. Una lettera scritta sulle pagine del mio piccolo taccuino appunto che avrei dovuto strappare e spedire. E quindi per via di quel gesto, consegnare un vero e proprio pezzo di me alla mia musa, ispiratrice di tanti scritti tra rime e accordi. Un regalo che a nessun altro avrei fatto. Nessuno.
Poi non ricordo perchè non spedii più nulla, ma forse un giorno lo capii. Tra le tante regole del Manuale d'Amore di Veronesi ce ne è una legata all'abbandono. Non cadere nel tranello dei messaggini e delle email dopo una storia finita, per non rischiare di perdere quello straccio di dignità e credibilità che dovremmo conservare per ricostruire noi stessi senza ripartire dal fondo. Specie se abbiamo combinato un casino grosso come na casa. Per non diventare patetici agli occhi della sfortunata e soprattutto a noi stessi. Ma per un tipo romantico come me, cresciuto nei sentimenti popolari e a pane e musica italiana dagli anni sessanta a oggi, dove l'amore gridato con una canzone era la dimostrazione suprema dell'intensità del sentimento provato, la sceneggiata in pratica, e dove una canzone cantata nel momento giusto, con le parole giuste poteva risolvere anche i conflitti mondiali. Tutti i trash movie di Nino D'angelo si basano su questo principio fondamentalmente.
In definitiva forse perchè ho capito che non sarebbe stato utile a niente e nessuno. Sarebbe stato un trascinare una situazione ormai cambiata da tempo. Come ho scritto qualche giorno fa, à molto facile cedere alle lusinghe di un vecchio amore piuttosto che affrontare la vita a muso duro. Sta di fatto che da quell' ultima pagina scritta, oggi ho ritrovato la voglia si scrivere per me e le mie canzoni. E per la prima volta ho cambiato il destinatario. Me stesso forse, proiettato nel futuro o nel passato. Come un fratello maggiore che parla al piccolo Mirko, o al figlio che forse un domani avrò.

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Nel frattempo che scrivo iTunes non ha sbagliata una stasera! E proprio per quel principio di cui parlavo prima, mi lascio con questa splendida canzone degli Stadio che appunto mi arriva adesso random dal mio fido Mac. Bella più che mai

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