Oggi mi sento bene. Sono fresco e oggi come non mai sento di avere l'imbarazzo della scelta su cosa fare oggi. E' sabato e quindi la giornata è tutta per me. Vorrei andare al mare per abbronzarmi un po altrimenti stasera se dovessero scattarmi delle foto mi mostrerebbero un po troppo pallido. Qualcuno potrebbe domandarsi perchè stasera dovrebbero scattarmi delle foto giusto? In realtà questa sera c'è una festa. Una di quelle feste per noi giovani. Una festa come quelle che si vedono nei film americani, dove c'è una casa piena di gente e musica, dove si beve molto se vuoi, si fanno nuovi incontri e ci scappa anche qualcosina per i più bisognosi. Ultimamente non ho partecipato a questo genere di feste per via di alcune spiacevoli situazioni. Non ho partecipato perchè non ero d'accordo con alcune scelte. Non ho partecipato perchè mi sono sentito tradito. Non ho partecipato per una serie di motivi, alcuni dei quali non risolti e ingnorati per quieto vivere. E' la vita.
Da qualche tempo mi chiedevo se era il caso di partecipare a questa nuova festa e alla fine mi sono risposto di si! Ci vengo perchè mi va. Perchè nonostante il disincanto acquisito, a questa festa ci trovo persone con cui sto bene, che forse meriterebbero da me qualcosa in più di quel poco che do. Ci vado perchè ci va la mia ragazza e una delle prime cose che voglio al mondo e vederla sorridere. Non che di solito non lo faccia, anzi, ma so che a queste feste lei lo fa ancor di più e allora non vedo motivi per perdermi questo spettacolo. Ci vado perchè dopo molto tempo passato a interrogarmi, ho ritrovato proprio di fianco al mio letto la sicurezza che credevo aver perduto e invece era sempre li. Ci vado perchè in qualche modo questa festa è collegata a quella dove appunto conobbi una certa persona. Ci vado per riscoprire le emozioni venute fuori da quella volta, per rimettere in moto quei meccanismi e quegli eventi e far si che si aggiungano sull'albero dei miei ricordi.
Muoia sotto un tram piu o meno tutto il mondo...
sabato 30 giugno 2007
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Io dal mare
giovedì 28 giugno 2007
Saranno stati scogli di carbone dolce
dentro il ferro liquefatto
di una luna che squagliò un suo quarto
come un brivido mulatto
o un bianco volar via di cuori pescatori
acqua secca di un bel cielo astratto...
Chissà se c'erano satelliti o comete
in un'alba senza rughe
larghe nuvole di muffa e olio
appaiate come acciughe
o una vertigine di spiccioli di pesci
nella luce nera di lattughe...
E io
dal mare venni e amare mi stremò
perché infiammare il mare non si può...
Aveva forse nervi e fruste di uragani
scure anime profonde
tra le vertebre di vetro e schiuma
urla di leoni le onde
o tende di merletto chiuse su farine
corpi caldi di sirene bionde...
Forse era morto senza vento nei polmoni
graffio di cemento bruno
barche stelle insonni a ramazzare
nelle stanze di Nettuno
o turbini di sabbia fra le dune calve
sulle orme perse da qualcuno...
E io
dal mare ho il sangue e amaro rimarrò
perché calmare il mare non si può...
I miei si amarono laggiù
in un agosto e un altro sole si annegò
lingue di fuoco e uve fragole
quando il giorno cammina ancora
sulle tegole del cielo
e sembra non sedersi mai...
E innanzi al mare ad ansimare sto
perché domare il mare non si può...
E come pietra annerirò
a consumare
a catramare
a tracimare
a fiumare
a schiumare
a chiamare
quel mare che fu madre e che non so
dentro il ferro liquefatto
di una luna che squagliò un suo quarto
come un brivido mulatto
o un bianco volar via di cuori pescatori
acqua secca di un bel cielo astratto...
Chissà se c'erano satelliti o comete
in un'alba senza rughe
larghe nuvole di muffa e olio
appaiate come acciughe
o una vertigine di spiccioli di pesci
nella luce nera di lattughe...
E io
dal mare venni e amare mi stremò
perché infiammare il mare non si può...
Aveva forse nervi e fruste di uragani
scure anime profonde
tra le vertebre di vetro e schiuma
urla di leoni le onde
o tende di merletto chiuse su farine
corpi caldi di sirene bionde...
Forse era morto senza vento nei polmoni
graffio di cemento bruno
barche stelle insonni a ramazzare
nelle stanze di Nettuno
o turbini di sabbia fra le dune calve
sulle orme perse da qualcuno...
E io
dal mare ho il sangue e amaro rimarrò
perché calmare il mare non si può...
I miei si amarono laggiù
in un agosto e un altro sole si annegò
lingue di fuoco e uve fragole
quando il giorno cammina ancora
sulle tegole del cielo
e sembra non sedersi mai...
E innanzi al mare ad ansimare sto
perché domare il mare non si può...
E come pietra annerirò
a consumare
a catramare
a tracimare
a fiumare
a schiumare
a chiamare
quel mare che fu madre e che non so
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Il tempo è nei giorni che passano pigri...
Ci sono momenti positivi, ma questo non è uno di quelli. Ma nemmeno l'esatto contrario. Non parlo di un periodo sia ben chiaro, ma proprio di questo istante preciso. Oggi non ha fatto quel caldo torrido che ha fatto ultimamente e si stava relativamente bene. Forse il venticello che tutt'ora soffia ha contribuito al mio relax psico-fisico. Proprio adesso lo sento ancora soffiare mentre cerco qualcosa di interessante da scrivere. A proposito di tempo, credo di aver capito che il clima monsonico sarebbe quello a me più congeniale!!! Mi piace il vento quando soffia specialmente se è forte. Mi piace il cielo quando è grigio, l'aria di quando sta per piovere, l'odore della terra durante e dopo la pioggia, restare al chiuso e osservare tutto questo. ... sono malato lo so. Ho voglia di scrivere un po.
Non voglio scendere nel gia troppo abusato stereotipo del tizio che scrivere perchè deve o perchè se lo sente. Scrivo solo perchè mi va di parlare con qualcuno e paradossalmente lo faccio proprio non parlando con nessuno. Lo dico con molta tranquillità, senza pianti o sbattimenti vari, ultimamente non ho molte occasioni per parlare. E che non mi va punto primo; non ho nessuno con cui farlo punto secondo, e forse non ho nemmeno niente da dire punto terzo. Sono un po apatico per queste cose ultimamente. Il fatto che mi lamenti poco su questo blog vi fa capire tutto. Sto iniziando a credere che delle tante novità degli ultimi tempi non ne debba proprio parlare ma anzi devo lasciar cadere giù questa che ormai è una zavorra, che non mi permette di andare avanti.
Ascolto Gino Paoli.
Non voglio scendere nel gia troppo abusato stereotipo del tizio che scrivere perchè deve o perchè se lo sente. Scrivo solo perchè mi va di parlare con qualcuno e paradossalmente lo faccio proprio non parlando con nessuno. Lo dico con molta tranquillità, senza pianti o sbattimenti vari, ultimamente non ho molte occasioni per parlare. E che non mi va punto primo; non ho nessuno con cui farlo punto secondo, e forse non ho nemmeno niente da dire punto terzo. Sono un po apatico per queste cose ultimamente. Il fatto che mi lamenti poco su questo blog vi fa capire tutto. Sto iniziando a credere che delle tante novità degli ultimi tempi non ne debba proprio parlare ma anzi devo lasciar cadere giù questa che ormai è una zavorra, che non mi permette di andare avanti.
Ascolto Gino Paoli.
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Notte che fai...
lunedì 18 giugno 2007
Massimo P. (che non è certo il fratello di Melissa P. e meno male) è una persona piacevole, da quando l'ho conosciuto qualche anno fa mi ci sono sempre trovato bene. Anzi l'ho sempre visto come un tipo pieno di stile. Quello che viene dalla città all'avanguardia. Mi ricordo quando mi disse che a Milano vedevi la gente in giro con le cuffiette bianche dell' iPod che spuntavano dalle maglie e dai giubotti. Con quel suo carico di musica strana per me e che non avevo quasi mai sentito nominare, parlava dei Radiohead, Jeff buckley oppure di Ben Harper. Una conoscenza musicale totalmente all'opposto della mia, troppo spesso concentrata sull'italiana. Un ragazzone robusto con i suoi modi alla Charlie Brown, sempre critico ed esistenziale con qualche libro particolare tra le mani. Io che leggo solo fumetti e ascolto solo Baglioni vengo affascinato da 'sto tipo. Ci sentiamo un po a singhiozzo ma ogni volta per me è un piacere. Oggi, dopo una giornata intera passata a casa a farmi compagnia e a suonare ho pensato di chiamarlo per vedere che fa o che non fa. Mi metto d'accordo per andare a trovarlo a casa, mangiare qualcosina da lui e poi magari per una camminata sulla riviera e un gelato. Detto fatto e ci ritroviamo a chiacchierare tranquillamente per tutta la serata fino alle due e venti di notte, saltando da un argomento all'altro come in uno zapping impazzito. Una serata di inizio estate decisamente piacevole che volevo fermare in qualche modo su questo blog un po dimenticato da me negli ultimi tempi. E così come ho fatto per gli ultimissimi post, allego una foto che per me racchiude la sensazione della serata, l'atmosfera respirata e vissuta. E' una veduta di Montesilvano colle proprio dal balcone di casa di Massimo.
Beh, si è fatto tardi e domani si ricomincia.
Beh, si è fatto tardi e domani si ricomincia.
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On an island...
domenica 17 giugno 2007
Sono On an island dei miei ricordi e suono la mia fender. Vero e proprio porto. Meta e approdo, dove fondo le varie storie che si intrecciano intorno a me. Quelle storie che vorrei raccontare, ma una volta messe le mani sullo strumento ecco che le dico tutte insieme. Oggi punto verso est. Devo decidere cosa portarmi e cosa lasciarmi dietro alle spalle. Cosa sperare e cosa dimenticare. Mi sento un po Pigro, non so se ho voglia di partire. Mi porto un Diamante per iniziare, Parole parole per non comunicare e Ancora ancora ancora voglia di... Si, viaggiare, ma A testa in giu.
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Bancarelle, giostre, giochi, luci, orchestre, tenotini zum pa pa...
martedì 5 giugno 2007
Interrompo sul nascere la lunga serie di post lagnosi che in qualche modo si preannunciavano dopo la storia sui Beatles pubblicando l'immagine che ho eletto la mia preferita sulla serata di ieri ; )
Di che si tratta? Di un momento rubato dall'obiettivo del telefonino durante la passeggiata nella sala degli specchi. Anzi dei vetri in realtà. Attrazione di un'altra ben più grande, che dalle nostre parti chiamano La fescta dei colli!
E' in pratica l'annuale ritrovo di personaggi pittoreschi a alquanto naif che fanno da contorno alla più classica e trucida delle feste patronali con luci, bancarelle, giostre, porchettari e paninari vari.
E proprio dopo un iniziatico panino con la porchetta di quelli leggeri leggeri, lo sparuto gruppo di temerari si getta tra le attrazioni. Della ciurma facevano parte:
Di che si tratta? Di un momento rubato dall'obiettivo del telefonino durante la passeggiata nella sala degli specchi. Anzi dei vetri in realtà. Attrazione di un'altra ben più grande, che dalle nostre parti chiamano La fescta dei colli!
E' in pratica l'annuale ritrovo di personaggi pittoreschi a alquanto naif che fanno da contorno alla più classica e trucida delle feste patronali con luci, bancarelle, giostre, porchettari e paninari vari.
E proprio dopo un iniziatico panino con la porchetta di quelli leggeri leggeri, lo sparuto gruppo di temerari si getta tra le attrazioni. Della ciurma facevano parte:
- Il sottoscritto
- Elena (la mia dolce tre-quarti)
- Katia (L'erborista con la quinta! Marcia s'intende, che avevate capito!)
- Luigina (L'erborista col transito più veloce del west)
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Tu chiedi chi erano i Beatles...
sabato 2 giugno 2007
E' da un po che non scrivo. Forse qualcuno l'ha notato. Se passa troppo tempo succede che si accumulano le cose e mi è difficile smaltirle. Devo ammettere che sto passando un periodo di bassa marea. Non so con precisione perchè. A volte penso sia un discorso di bioritmi o qualcosa del genere, devo necessariamente alternare momenti di sicurezza e tranquillità a momenti di dubbi e domande e pseudo depressione. Sono fatto così. Di novità ce ne sono parecchie e non mancano le belle notizie, ma non mi va di elencarle freddamente senza approfondirle. L'unica cosa mi va di raccontare brevemente è il motivo di questo post che ha il merito di aver interrotto questa fase di silenzio senza senso.
Sto leggendo finalmente una biografia dei Beatles. Mi sono deciso prioprio ieri in occasione dei 40 anni della pubblicazione dell'album Sergent Peppers lonely hearts Club Band, considerato da molti l'album più importante di questa nostra pazza e assudra civiltà. La biografia è scritta da un certo Bob Spitz, ed è una delle migliori da quel che mi pare di capire, scritta (cito testualmente) "in modo essenziale e con talento, lasciando che i fatti e i personaggi parlino da se. Catturando quell' ironica tristezza che ha accompagnato i Beatles lungo la strada del successo".
Ho letto solo i primi capitoli e devo dire che sono rimasto catturato dalla loro storia e sopratutto da John Lennon e la sua infanzia. Il libro parte addirittura dal 1845 raccontando le gesta dei nonni dei famosi baronettti di sua maestà. Dalla migrazione degli irlandesi che si riversarono a sud dell'Inghilterra in quel porto di mare che è Liverpool. Sensazionale, un film, un racconto che stento a credere sia la realtà. Mi sono commosso tant'è che a un certo punto ho riso di me quando mi sono accorto di avere gli occhi lucidi.
Non potevo far passare quest'onda e non scrivere qualcosa cavalcando questa improvvisa emozione e allora eccomi qua. A darmi ragione su tante cose e a fare ordine dentro di me. Ho tanti di quei fogli sparsi che voglio pensarla come una sfida affascinante. Come a un'avventura. Recuperare i fogli sui quali ho lasciato pezzi di me. Nella speranza che qualcuno mi chieda chi erano i Beatles e con la cieca curiosità di vedere cosa gli risponderò.
Ps
Se potete ascoltate la numero 3 del secondo cd cliccando qui!
Sto leggendo finalmente una biografia dei Beatles. Mi sono deciso prioprio ieri in occasione dei 40 anni della pubblicazione dell'album Sergent Peppers lonely hearts Club Band, considerato da molti l'album più importante di questa nostra pazza e assudra civiltà. La biografia è scritta da un certo Bob Spitz, ed è una delle migliori da quel che mi pare di capire, scritta (cito testualmente) "in modo essenziale e con talento, lasciando che i fatti e i personaggi parlino da se. Catturando quell' ironica tristezza che ha accompagnato i Beatles lungo la strada del successo".
Ho letto solo i primi capitoli e devo dire che sono rimasto catturato dalla loro storia e sopratutto da John Lennon e la sua infanzia. Il libro parte addirittura dal 1845 raccontando le gesta dei nonni dei famosi baronettti di sua maestà. Dalla migrazione degli irlandesi che si riversarono a sud dell'Inghilterra in quel porto di mare che è Liverpool. Sensazionale, un film, un racconto che stento a credere sia la realtà. Mi sono commosso tant'è che a un certo punto ho riso di me quando mi sono accorto di avere gli occhi lucidi.
Non potevo far passare quest'onda e non scrivere qualcosa cavalcando questa improvvisa emozione e allora eccomi qua. A darmi ragione su tante cose e a fare ordine dentro di me. Ho tanti di quei fogli sparsi che voglio pensarla come una sfida affascinante. Come a un'avventura. Recuperare i fogli sui quali ho lasciato pezzi di me. Nella speranza che qualcuno mi chieda chi erano i Beatles e con la cieca curiosità di vedere cosa gli risponderò.
Ps
Se potete ascoltate la numero 3 del secondo cd cliccando qui!
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Getting Better
venerdì 1 giugno 2007
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