
Si chiude per me un anno strano, sperimentale oserei dire. Un anno nato timidamente. Ora che ci penso mi sembra di aver avvertito questo tempo appena trascorso come un surfista sente la vela del suo windsurf: due sole braccia a cercare di contenere quello che la natura gli toglie e da allo stesso momento. Un puntino colorato nell'occhio del ciclone.
Piano piano ho visto rigenerarsi in me la speranza, la voglia di esserci e di mettermi in gioco. Mi sono ritrovato in situazioni diverse, con persone diverse ogni volta.
Si è schiusa davanti a me un'estate nuova, come soltanto la primavera sa progettare, facendomi incontrare una delle anime più dolci e sensibili che mi siano mai capitate. Come se avessi trovato un oggetto raro magico e prezioso e difficile da maneggiare.
Ha risvegliato il lato delicato di me, troppo spesso preda dei suoi pensieri contorti e fumosi.
Ed è a lei che dedico queste parole scritte idealmente a lume di candela.