Io non le ho mai detto amore tu mi manchi, io l'ho solamente urlato aiò aiò...

martedì 18 dicembre 2007

L'amore è totalitario, assoluto, non esistono, per lo meno per me, forme ibride d'amore. O si ama, o non si ama. O si gioisce oppure no. O si fa del male, male cane, oppure no. Non so perchè è così. L'amore porta a fare le più grandi sciocchezze e a vivere momenti al limite estremo di se. Questo è successo. Ero al limite estremo. Vittima di un cielo assurdamente inchiodato alla terra. A tutto questo ho deciso di dire no. Nell'unico modo che l'amore in quei momenti ti sa consigliare. Violentemente, dallo stomaco, con rabbia. Ma è stato meglio così, perchè l'alternativa sarebbe stata di gran lunga peggiore. Ero ferito e sul punto di esplodere e ho pensato bene di farlo nel chiuso di camera mia. E' stato molto poco elegante lo ammetto, ma l'amore se ne frega dell'eleganza. E' stato per difesa dall'ingiustizia di ritrovarmi, dopo averle provate tutte, solo e sconsolato. E' stato un errore necessario.
Parlandone con un amico, mi ha descritto la mia situazione usando la metafora calcistica. Ero in finale mondiale, vincevo 10 a zero, perchè avevo tutte le ragioni di questa terra nel pensare quello che ancora adesso penso, ma a dieci minuti dalla fine è come se mi fossi fatto undici autogol. Senza senso, così. Adesso per assurdo ho perso il mondiale e nessuno andrà mai a vedere le partite giocate. Si ricorderanno solo del risultato, dell'errore finale. Ma le partite ci sono, le giocate anche. Insomma l'errore finale, per quanto sbagliato non può e non dovrebbe cancellare i contenuti di un gesto quasi disperato.
Anche se il mondo intero funziona così adesso, beh io preferisco pensarla diversamente. Meglio sbagliare che vincere un mondiale dove non ci sono spettatori e telecamere a darmi la soddisfazione della vittoria. Perchè per assurdo adesso in ogni caso gli elementi per giudicare ci sono tutti e non soltanto la solita campana.

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