But i'm a creep, i'm a weirdo. What the hell am i doing here?

mercoledì 20 febbraio 2008

Me ne stavo seduto su una poltrona in vimini nella zona relax della palestra, dopo aver portato a termine tutta la scheda degli esercizi, sudato e accaldato con Thom Yorke che mi urlava nelle orecchie. Sarò rimasto li per dieci minuti buoni osservando le persone che scendevano e salivano le scale tra sala e gli spogliatoi. Per un breve istante se avessi avuto una mitraglietta avrei ceduto all'istinto di fare una carneficina. Certo magari i Nirvana mi avevano leggermente aiutato in questo folle pensiero che comunque in un istante è scivolato via. Comincio a pensare a cosa fare dopo. Che ne dici Mirko, ti va un film? Devi recuperare Caos Calmo che non hai ancora visto! Mmm, ok ci sto. Non so perchè ma la cosa mi esalta. Palestra, qualcosa di frugale e veloce e poi cinema. Mentre faccio il biglietto mi sorprende la quantità di persone che c'è e molti tra l'altro erano per lo stesso mio film. Mi siedo proprio un secondo prima che cominci. Il film mi scorre veramente bene ma forse è complice la mia curiosità per questa storia tanto chiacchierata. La prima volta che sentii parlare del libro è stato proprio alla sua uscita, a Deejay chiama Italia dalla Bignardi. Mi ricordo anche che mi disturbò l'idea di questa persona che mentre salvava dall'annegamento una donna contemporaneamente perdeva prematuramente sua moglie. Il film è tutto il contrario di quanto mi aspettavo e cioè un film molto più drammatico e doloroso mentre per assurdo riesce ad essere anche un pelo brillante. C'è una scena però che mi colpisce. Moretti è in giro per la città in macchina di notte, riflette su questa sua nuova condizione. Finalmente sta accettando e lasciandosi dietro tutta questa triste storia. Sta fuggendo da una specie di seduta terapeutica di gruppo per chi ha perso un coniuge. Ne esce insoddisfatto ma prima di tornare alla macchina sviene. Come si riprende appunto comincia a vagare nella notte fino a quando a un certo punto non ce la fa e scoppia in lacrime. Ecco li mi sono rivisto. Normalmente sono solito girare a vuoto con la macchina di sera, quasi sempre se sto ascoltando della musica o se sto riflettendo su qualcosa. A volte faccio il giro davanti alle aiuole dei miei palazzi come un deficiente con la radio a tutto volume!? Scatta l'immedesimazione col film e improvvisamente trovo diversi punti in comune tra la sua storia e la mia. Anche io come moretti mi sono ritrovato in macchina a rimuginare. A fare cose apparentemente senza senso, a staccare quasi del tutto dal lavoro. Oppure a cercare un modo e un mondo tutto mio, fatto magari di piccoli rituali, per affrontare quello che non riuscivo a capire, fino ad arrivare alla famosa scena di sesso tra Moretti e la Ferrari. Intensa, carnale, cruda, punitiva in un certo senso. Non in quest'ordine ovviamente...
Il film si chiude con uno scambio tra padre e bimba che diventa una sorta di mia personale morale.
Le cose bisogna dirsele, sempre.

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