Ma è la vita che con un ciao ti lascia a piedi come Charlie Brown...

domenica 23 marzo 2008

Credo di aver sbagliato diverse cose nella vita così come credo di averne azzeccate altrettante, come un po tutti del resto, e forse ho pagato il biglietto per vivere in una maniera diversa. Nonostante questi trent'anni passati con me, non so ancora come definirmi. Non so se sono più un vigliacco o se ho un minimo di sale in zucca. Se sono uno stronzo o un ingenuo, se sono buono piuttosto che cattivo. O se sono ancora un bambino invece di essere un adulto. Probabilmente dovrei sentirmelo dire da qualcuno. Forse dovrei snellire certi miei modi di essere, come qualcuno mi ha consigliato di fare. Può darsi. Il problema di questi tempi che mi ritrovo a vivere, fortunatamente un po più di sponda che direttamente, è la mancanza di sincerità nei rapporti tra le persone. Non posso che sottolineare la mancanza di carattere, e a volte delle cosiddette palle, della maggior parte delle persone che mi circondano. O dovrei dire circondavano? Non voglio erigermi a supremo difensore di una qualche moralità o costituirmi parte lesa o cose di questo genere. Dico solo che, nel mare di contraddizioni che ognuno di noi è, ho voglia di riscoprire un sentimento di comunione. Vorrei che la gente si stringesse di più invece di allontanarsi. Vorrei che la forma fosse un pelino meno importante della sostanza. Giusto un pelino, tanto da farmi credere che i miracoli possono ancora accadere.

Tutto qua.

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