Quando lessi Watchmen la prima volta probabilmente non capii nemmeno tanto bene di cosa parlasse perchè tanti, troppi erano i messaggi e le sottotrame delineate che era difficile da digerire e assimilarle tutte assieme. Specialmente per un ragazzo come me, non particolarmente avvezzo alla lettura. Però mi piacque talmente tanto che non finii mai di leggerlo. Eh si, su dodici capitoli mi fermavo puntualmente al decimo. Volevo che per me fosse eterno, immortale. Leggerlo tutto, avrebbe significato consumarlo, finirlo per l'appunto. Beh, io non volevo finisse, tutto qua. Con gli anni poi però lo dimenticai sul mio pianoforte tra altre letture e certi dischi, ma ciclicamente mi ritornava alla mente un particolare.
Nei più livelli di lettura, tra le varie vicende raccontate, ce n'era una con protagonista un ragazzino seduto ai piedi di un edicola, tutto intento a leggere un fumetto chiamato "I racconti del vascello nero" dove vi erano narrati i disperati tentativi di un naufrago di ritornare alla propria casa per avvertire i suoi cari dell'imminente arrivo del Vascello Nero, una nave fantasma pirata la cui ciurma è composta da morti sanguinari.
Era la prima volta che leggevo qualcosa di metanarrativo, visto che queste storie andavano a incastrarsi con quella principale. Fu leggendo quelle pagine che diedi un significato al famoso "Montaggio Analogico" di Fantozziana memoria eh eh. Un fumetto dentro una grafic novel! Un'assoluta novità per me.
La possibilità di raccontare per analogie, entrò talmente a fondo nel mio immaginario che più di una volta ho volutamente dato una sorta di significato alla cose che mi accadevano nella vita, mettendo in gioco e coltivando un personale fatalismo. Una predestinazione nelle cose, sublimata infine dall'avvenuta conoscenza della "Leggenda personale" tanto cara a Cohelo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 Commenti:
Posta un commento