I'll see you on the dark side of the moon...

mercoledì 9 aprile 2008

Perchè stasera, non è ieri sera? C'era un bel vento e un cielo terso che si potevano vedere le luci dei paesi più lontani. E poi faceva anche abbastanza caldo, tanto da permettermi di stare fuori al balcone a scrivere quello che invece scrivo soltanto stasera. Sono state giornate particolari queste ultime, fatte di mal di testa clamorosi, mal di gola e raffeddori. Di acute note in teatro e pesanti momenti di verità. Non so come decifrare tutto questo ma fortunatamente i semi piantati a inizio anno stanno lentamente venendo fuori. E' così le giornate cambiano ritmo e sonorità. Lavoro, progetti e passioni sembrano dividersi e moltiplicarsi allo stesso tempo, assumendo nuova forma, cambiando giorno dopo giorno l'orario. Un po come a scuola i primi giorni, quando orari provvisori si scambiavano continuamente di posto fino all'agognato orario definitivo. Quello che ti farà fare progetti più precisi o che renderà le giornate più noiose. Riprendo quel che ho scritto ultimamente aggiungendo un concetto. Sono convinto che molte persone che che ci conoscono poi in realtà non sanno proprio nulla di quella che è la nostra vita. Forse si tende a non considerare che ognuno in fondo è perso dentro i fatti suoi. Che c'è un mondo di cose che forse non sapremo mai. Fatto di pensieri intimi e profondi o di altre persone che non vediamo o di cui ignoriamo l'esistenza. Fatto di piccoli e grandi eventi, belli o brutti. Fatte di telefonate assurde nel cuore della notte, come è successo a me ad esempio, che magari ci disorientano per un giorno o per un ora. The dark side of the moon. Cerco sempre di tenere a mente questo aspetto tutte le volte che mi trovo a parlare con qualcuno, in particolar modo se questa persona significa qualcosa per me. Siamo fatti di tante storie, che a conoscerle tutte si potrebbe non finire mai. Mi piacerebbe conoscere qualcuno capace di comprendere i miei meccanismi, e poter finalmente dire: tu mi capisci, sai come sono, nel bene e nel male e mi piacerebbe poterlo fare a mia volta.
Questa cosa la dovrebbero tenere a mente anche quelle persone che si divertono a parlare di altri senza minimamente considerare le reazioni o le emozioni che possono scatenare. Di come alcune squallide dicerie, dette con fin troppa leggerezza, possano trasformarsi in una valanga soffocante e devastante. Ripeto, ognuno in fondo è perso dentro i fatti suoi, come tutti del resto. Dire di avere semplicemente detto questo piuttosto che quell'altro è solo lo squallido tentativo di celarsi dietro il nulla. Diamo un senso a quello che diciamo, ai rapporti. Anche a quelli di cortesia o superficiali. Diamo un peso a quello che abbiamo dentro la calotta cranica e mettiamolo in comunicazione con quello che batte nel petto. Fidatevi che le combinazioni che ne escono fuori sono travolgenti e spettacolari. La vita non è fatta di Pink Ladies e lustrini. Svegliatevi!

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