Telefonami tra vent'anni...

domenica 6 aprile 2008

Ho la cattiva abitudine di lasciare i cellulari accessi sempre, anche di notte quando dormo. I primi tempi quando i telefonini non erano così diffusi lo lasciavo acceso più che altro perchè dimenticavo di spegnerlo, era un motorola 8700, lo ricordo perfettamente ;) Una volta però nel cuore della notte squillò improvvisamente! Vado per rispondere ed era F, gia al tempo una mia ex. La sentivo piangere e ansimare. Sentivo dei rumori e sentivo sua madre inveire contro di lei parlando tra le altre cose anche di me. Ti andava bene quando c'era Mirko vero? Sei solo una stronza, una sgualdrina... Non ho mai capito di cosa parlassero e cosa centrassi io. Lei piangeva e non parlava e io ero terrorizzato dalla cosa. La chiamavo, le chiedevo cosa stava succedendo ma non mi parlava. Ero pietrificato, non sapevo che fare. Mi ricordo che sparai frasi sconnesse del tipo "Non ti preoccupare vengo li e ti porto via, ti voglio bene lo stesso, ti amo lo stesso..." Era il 24 ottobre. Il giorno dopo vagai col motorino fino a sera, con le cuffie sparate e freddo sulla faccia. Ricaricai il credito e mandai una serie di messaggi, rimasti inascoltati. Ho pensato che forse la chiamata era partita per caso. Che in realtà non mi stava chiamando, non stava chiedendo a suo modo un aiuto. Strinsi il cuore anche quella volta e non ci pensai più.
Il 24 novembre sempre nel cuore della notte il telefono torna a squillare. Il numero era sempre quello. Ci metto qualche secondo prima di rispondere. Che cosa vorrà? Prendo il motorino e corro da lei? Rispondo... piangeva ancora... mentre faceva l'amore con qualcuno. La situazione era palese e poi la conoscevo alla perfezione sotto quell'aspetto. Chiusi dopo aver ascoltato fin troppo, rimanendo come un coglione per giorni e giorni. Perchè era la sola cosa che riuscivo a pensare. Perchè?
Passò un altro mese, era la vigilia di natale e pensai che forse era il caso di anticiparla mandandogli un messaggio. Quella notte, qualsiasi cosa avesse avuto in mente di fare o dire, non avrei risposto. O mi diceva cosa le passava per la testa oppure poteva dimenticare il mio numero, conclusi con uno Stai su. Di li a poco sarebbe arrivato il nuovo millennio e una nuova storia si stava delicatamente aprendo a me. Anche quella volta organizzai una festa a di capodanno a casa mia in campagna e li gettai il mio sguardo oltre la staccionata e mi slanciai, cuore impavido, verso altre curve nella memoria.

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